Messa per la Gmg. Il Papa ai giovani: non cedete alla tentazione di seguire Gesù da
soli, non si può separare Cristo dalla Chiesa
Due milioni di giovani anche stamani a Cuatro Vientos in occasione della Messa per
la Giornata mondiale della gioventù. ad accogliere il Papa, il Re Juan Carlos de Borbone
e la Regina Sofia. All’inizio della Messa, Benedetto XVI ha detto queste parole in
spagnolo:
“Cari giovani, ho pensato molto a voi in queste ore in cui
non ci siamo visti. Spero che abbiate dormito un po’ nonostante il tempo inclemente.
Sicuramente questa mattina avete alzato più volte al cielo non solo gli occhi, ma
anche il cuore. Questo vi avrà permesso di pregare. Dio trae il bene da tutto. Con
questa fiducia e sapendo che il Signore non ci abbandona iniziamo la nostra Celebrazione
eucaristica pieni di entusiasmo e saldi nella fede".
“La Chiesa - ha
detto il Papa nell'omelia - non è una semplice istituzione umana, come qualsiasi altra,
ma è strettamente unita a Dio … Non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come
non si può separare la testa dal corpo”. “Cari giovani – ha proseguito il Pontefice
- permettetemi che, come Successore di Pietro … vi ricordi che seguire Gesù nella
fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da
soli. Chi cede alla tentazione di andare «per conto suo» o di vivere la fede secondo
la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non
incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui. Aver fede
significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva allo stesso
modo da appoggio per quella degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa”.
E poi l’appello alla missione: “Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere
agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la
gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede,
ha bisogno certamente di Dio”. Di seguito il testo dell’omelia:
Cari
giovani,
con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante
di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in gran numero
da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con
il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici (cfr
Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accompagnarvi nel vostro cammino, per
aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della sua relazione intima con
il Padre. Noi, da parte nostra, coscienti della grandezza del suo amore, desideriamo
corrispondere con ogni generosità a questo segno di predilezione con il proposito
di condividere anche con gli altri la gioia che abbiamo ricevuto. Certamente, sono
molti attualmente coloro che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano
conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte delle loro inquietudini
personali. Ma chi è Lui veramente? Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla
terra tanti anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi?
Nel Vangelo
che abbiamo ascoltato (cfr Mt 16,13-20) vediamo descritti due modi distinti di conoscere
Cristo. Il primo consisterebbe in una conoscenza esterna, caratterizzata dall’opinione
corrente. Alla domanda di Gesù: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo?»,
i discepoli rispondono: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia
o qualcuno dei profeti». Vale a dire, si considera Cristo come un personaggio religioso
in più di quelli già conosciuti. Poi, rivolgendosi personalmente ai discepoli, Gesù
chiede loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella che è la prima
confessione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede va al
di là dei semplici dati empirici o storici, ed è capace di cogliere il mistero della
persona di Cristo nella sua profondità.
Però la fede non è frutto dello
sforzo umano, della sua ragione, bensì è un dono di Dio: «Beato sei tu, Simone, figlio
di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei
cieli». Ha la sua origine nell’iniziativa di Dio, che ci rivela la sua intimità e
ci invita a partecipare della sua stessa vita divina. La fede non dà solo alcune
informazioni sull’identità di Cristo, bensì suppone una relazione personale con Lui,
l’adesione di tutta la persona, con la propria intelligenza, volontà e sentimenti
alla manifestazione che Dio fa di se stesso. Così, la domanda «Ma voi, chi dite che
io sia?», in fondo sta provocando i discepoli a prendere una decisione personale in
relazione a Lui. Fede e sequela di Cristo sono in stretto rapporto. E, dato che suppone
la sequela del Maestro, la fede deve consolidarsi e crescere, farsi più profonda e
matura, nella misura in cui si intensifica e rafforza la relazione con Gesù, la intimità
con Lui. Anche Pietro e gli altri apostoli dovettero avanzare per questo cammino,
fino a che l’incontro con il Signore risorto aprì loro gli occhi a una fede piena.
Cari
giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi con la stessa domanda che fece agli apostoli:
«Ma voi, chi dite che io sia?». Rispondetegli con generosità e audacia, come corrisponde
a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di
Dio, che hai dato la tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare
dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita
nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona.
Nella sua risposta alla confessione di Pietro, Gesù parla della Chiesa:
«E io a te dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Che
significa ciò? Gesù costruisce la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che
confessa la divinità di Cristo.
Sì, la Chiesa non è una semplice istituzione
umana, come qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio. Lo stesso Cristo si riferisce
ad essa come alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come
non si può separare la testa dal corpo (cfr 1Cor 12,12). La Chiesa non vive di se
stessa, bensì del Signore. Egli è presente in mezzo ad essa, e le dà vita, alimento
e forza.
Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro,
vi inviti a rafforzare questa fede che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, a porre
Cristo, il Figlio di Dio, al centro della vostra vita. Però permettetemi anche che
vi ricordi che seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa.
Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla tentazione di andare «per conto suo»
o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società,
corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine
falsa di Lui. Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli,
e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri. Vi chiedo,
cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede, che vi ha aiutato a
conoscere meglio Cristo, che vi ha fatto scoprire la bellezza del suo amore. Per la
crescita della vostra amicizia con Cristo è fondamentale riconoscere l’importanza
del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, così come la
partecipazione all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al sacramento
della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la meditazione della Parola di
Dio.
Da questa amicizia con Gesù nascerà anche la spinta che conduce
a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto
o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri.
Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della
vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno
certamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, giovani venuti dai cinque continenti,
sia una meravigliosa prova della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: «Andate
in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Anche a voi
spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre
terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi
e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano
sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio.
Cari giovani,
prego per voi con tutto l’affetto del mio cuore. Vi raccomando alla Vergine Maria,
perché vi accompagni sempre con la sua intercessione materna e vi insegni la fedeltà
alla Parola di Dio. Vi chiedo anche di pregare per il Papa, perché come Successore
di Pietro, possa proseguire confermando i suoi fratelli nella fede. Che tutti nella
Chiesa, pastori e fedeli, ci avviciniamo ogni giorno di più al Signore, per crescere
nella santità della vita e dare così testimonianza efficace che Gesù Cristo è veramente
il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti gli uomini e la fonte viva della loro speranza.
Amen