2011-08-21 19:19:03

La cerimonia di congedo. Il Papa: la Chiesa rimane giovane anche nelle difficoltà. Il grazie ai volontari della Gmg


“Questi giorni passati a Madrid, con una rappresentanza così numerosa di giovani dalla Spagna e da tutto il mondo, resteranno profondamente impressi nella mia memoria e nel mio cuore”: così il Papa nella cerimonia di congedo all’Aeroporto di Barajas, alla presenza del Re di spagna Juan Carlos. Benedetto XVI ha ringraziato quanti hanno permesso il successo della Gmg, quindi ha detto: “La Spagna è una grande Nazione che, in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa, sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica”. “Lascio la Spagna – ha proseguito - contento e riconoscente verso tutti. Ma soprattutto verso Dio, Nostro Signore, che mi ha permesso di celebrare questa Giornata così ricca di grazia e di emozione, così carica di dinamismo e di speranza. Sì, la festa della fede che abbiamo condiviso ci permette di guardare in avanti con molta fiducia nella provvidenza, che guida la Chiesa attraverso il mare della storia. Per questo rimane giovane e piena di vita, anche affrontando situazioni difficili. Questo è opera dello Spirito Santo, che rende presente Gesù Cristo nei cuori dei giovani di ogni epoca e così rivela loro la grandezza della vocazione divina di ogni essere umano. Abbiamo potuto sperimentare anche come la grazia di Cristo faccia crollare i muri ed elimini le frontiere che il peccato innalza tra i popoli e le generazioni, per fare di tutti gli uomini una sola famiglia che si riconosce unita nell’unico Padre comune, e che coltiva con il proprio lavoro e il rispetto tutto quello che Egli ci ha dato nella Creazione”. Ecco il testo del discorso:



Maestà,
Illustri Autorità nazionali, regionali e locali,
Signor Cardinale Arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola,
Signori Cardinali e fratelli nell’Episcopato,
amici tutti,

è giunto il momento di congedarci. Questi giorni passati a Madrid, con una rappresentanza così numerosa di giovani dalla Spagna e da tutto il mondo, resteranno profondamente impressi nella mia memoria e nel mio cuore.

Maestà, il Papa si è sentito molto bene in Spagna. Anche i giovani protagonisti di questa Giornata Mondiale della Gioventù sono stati accolti molto bene qui e in tante città e località spagnole, che hanno potuto visitare nei giorni precedenti alla Giornata. Grazie a Vostra Maestà per le cordiali parole e per aver voluto accompagnarmi sia al mio arrivo, sia ora, alla partenza. Grazie alle Autorità nazionali, regionali e locali, che hanno dimostrato con la loro cooperazione fine sensibilità per questo avvenimento internazionale. Grazie alle migliaia di volontari che hanno reso possibile il buon sviluppo di tutte le attività di questo incontro: i diversi atti letterari, musicali, culturali e religiosi del «Festival joven», le catechesi dei Vescovi e gli atti presieduti dal Successore di Pietro. Grazie alle forze di sicurezza e dell’ordine, come pure a coloro che hanno collaborato prestando i più svariati servizi: dalla cura della musica e della liturgia fino al trasporto, l’attenzione sanitaria e gli approvvigionamenti.

La Spagna è una grande Nazione che, in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa, sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica. Lo ha manifestato ancora una volta in questi giorni, dispiegando la sua capacità tecnica e umana in una impresa così rilevante e ricca di futuro come è quella di favorire che la gioventù affondi le sue radici in Gesù Cristo, il Salvatore. Una parola di speciale gratitudine si deve agli organizzatori della Giornata: al Cardinale Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e a tutto il personale di questo Dicastero; al signor Cardinale Arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela, con i suoi vescovi ausiliari e tutta l’arcidiocesi; in particolare al Coordinatore Generale della Giornata, Monsignor César Augusto Franco Martínez e ai suoi numerosi e così generosi collaboratori. I vescovi hanno lavorato con sollecitudine e abnegazione nelle proprie diocesi per l’accurata preparazione della Giornata, assieme ai sacerdoti, ai religiosi e ai fedeli laici. A tutti va il mio ringraziamento unito alla preghiera al Signore perché benedica le vostre fatiche apostoliche.

E non posso tralasciare di ringraziare con tutto il cuore i giovani per essere venuti a questa Giornata, per la loro partecipazione gioiosa, entusiasta ed intensa. A loro dico: grazie e complimenti per la testimonianza che avete dato a Madrid e nelle altre città spagnole dove siete stati. Vi invito adesso a diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede vissuta in questo nobile Paese. Trasmettete la vostra gioia specialmente a coloro che avrebbero voluto venire ma non hanno potuto farlo per diversi motivi, a quanti hanno pregato per voi e a coloro ai quali la celebrazione della Giornata ha toccato il cuore. Con la vostra vicinanza e testimonianza, aiutate i vostri amici e compagni a scoprire che amare Cristo è vivere in pienezza.

Lascio la Spagna contento e riconoscente verso tutti. Ma soprattutto verso Dio, Nostro Signore, che mi ha permesso di celebrare questa Giornata così ricca di grazia e di emozione, così carica di dinamismo e di speranza. Sì, la festa della fede che abbiamo condiviso ci permette di guardare in avanti con molta fiducia nella provvidenza, che guida la Chiesa attraverso il mare della storia. Per questo rimane giovane e piena di vita, anche affrontando situazioni difficili. Questo è opera dello Spirito Santo, che rende presente Gesù Cristo nei cuori dei giovani di ogni epoca e così rivela loro la grandezza della vocazione divina di ogni essere umano. Abbiamo potuto sperimentare anche come la grazia di Cristo faccia crollare i muri ed elimini le frontiere che il peccato innalza tra i popoli e le generazioni, per fare di tutti gli uomini una sola famiglia che si riconosce unita nell’unico Padre comune, e che coltiva con il proprio lavoro e il rispetto tutto quello che Egli ci ha dato nella Creazione.

I giovani rispondono con impegno quando si propone loro con sincerità e verità l’incontro con Gesù Cristo, unico redentore dell’umanità. Essi tornano ora alle loro case come missionari del Vangelo, «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede», ma avranno bisogno di aiuto nel loro cammino. Raccomando, quindi, in modo particolare ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e agli educatori cristiani, la cura della gioventù, che vuole rispondere con speranza alla chiamata del Signore. Non bisogna scoraggiarsi davanti agli ostacoli che, in diversi modi, si presentano in alcuni paesi. Più forte di tutto questo è il desiderio di Dio, che il Creatore ha posto nel cuore dei giovani e la potenza dall’alto, che dà forza divina a coloro che seguono il Maestro e a coloro che trovano in Lui alimento per la vita. Non abbiate timore di presentare ai giovani il messaggio di Gesù Cristo in tutta la sua integrità e ad invitarli ad accostarsi ai Sacramenti tramite i quali Egli ci rende partecipi della sua stessa vita.

Maestà, prima di tornare a Roma, desidero assicurare gli spagnoli che li ho molto presenti nella mia preghiera e prego specialmente per gli sposi e per le famiglie che affrontano difficoltà di diversa natura, per i bisognosi e gli infermi, per gli anziani e i bambini, e anche per coloro che non trovano lavoro. Prego anche per i giovani di Spagna. Sono convinto che, animati dalla fede in Cristo, offriranno il meglio di se stessi perché questo grande Paese affronti le sfide del momento presente e continui ad avanzare nel cammino della concordia, della solidarietà, della giustizia e della libertà. Con questi pensieri affido tutti i figli di questa nobile Terra all’intercessione della Vergine Maria, nostra Madre del Cielo, e li benedico con affetto. Che la gioia del Signore ricolmi sempre i vostri cuori. Grazie.


In precedenza, alla Fiera di Madrid il Papa aveva rivolto il suo saluto e il suo grazie ai volontari della Gmg: “La mia gratitudine – ha detto - è anche una necessità del cuore, perché non solo siete stati attenti ai pellegrini, ma anche al Papa. In tutti i momenti ai quali ho partecipato, voi eravate lì: alcuni visibilmente, altri in secondo piano, rendendo possibile l’ordine richiesto perché tutto andasse bene”. “All’amore di Cristo – ha concluso - si può rispondere solo con amore, e questo è ciò che vi chiede il Papa in questo congedo: che rispondiate con amore a colui che per amore si è consegnato per voi. Ancora grazie e che Dio sia sempre con voi”. Di seguito il testo del discorso:


Cari volontari,

nel concludere questa indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù, ho desiderato fermarmi qui, prima di tornare a Roma, per ringraziarvi vivamente per il vostro prezioso servizio. E’ un dovere di giustizia ed una necessità del cuore. Dovere di giustizia, perché, grazie alla vostra collaborazione, i giovani pellegrini hanno potuto avere una cordiale accoglienza ed un aiuto in tutte le loro necessità. Con il vostro servizio avete dato alla Giornata Mondiale della Gioventù il volto dell’amabilità, della simpatia e della premura per gli altri.

La mia gratitudine è anche una necessità del cuore, perché non solo siete stati attenti ai pellegrini, ma anche al Papa. In tutti i momenti ai quali ho partecipato, voi eravate lì: alcuni visibilmente, altri in secondo piano, rendendo possibile l’ordine richiesto perché tutto andasse bene. Non posso neppure dimenticare lo sforzo della preparazione di questi giorni. Quanti sacrifici, quanto amore! Tutti, ciascuno come sapeva e poteva, di volta in volta, avete intessuto con il vostro lavoro e la preghiera il meraviglioso quadro multicolore di questa Giornata. Grazie per la vostra dedizione! Vi sono grato per questo profondo gesto di amore.

Molti di voi hanno dovuto rinunciare a prendere parte in modo diretto nei vari atti, perché occupati in altri compiti dell’organizzazione. Tuttavia, questa rinuncia è stata un modo molto bello ed evangelico di partecipare alla Giornata: quello dell’attenzione agli altri di cui parla Gesù. In un certo modo, avete realizzato la parola del Signore: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35).

Sono certo che questa esperienza come volontari vi ha arricchito tutti nella vostra vita cristiana, che è fondamentalmente un servizio di amore. Il Signore trasformerà la vostra stanchezza accumulata, le preoccupazioni e il peso di molti momenti in frutti di virtù cristiane: pazienza, mansuetudine, gioia nel donarsi agli altri, disponibilità a compiere la volontà di Dio. Amare è servire e il servizio aumenta l’amore. Penso che questo sia uno dei frutti più belli del vostro contributo alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ma questo frutto non lo raccogliete solo voi, ma la Chiesa intera, che, quale mistero di comunione, si arricchisce con l’apporto di ognuno dei suoi membri.

Nel tornare ora alla vostra vita ordinaria, vi incoraggio a conservare nel vostro cuore questa gioiosa esperienza e a crescere ogni giorno di più nel dono di voi stessi a Dio e agli uomini. E’ possibile che in molti di voi si sia manifestata timida o con forza una domanda molto semplice: Che cosa vuole Dio da me? Qual è il suo disegno sulla mia vita? Cristo mi chiama a seguirlo più da vicino? Non potrei spendere tutta la mia vita nella missione di annunciare al mondo la grandezza del suo amore attraverso il sacerdozio, la vita consacrata o il matrimonio? Se è sorta questa inquietudine, lasciatevi guidare dal Signore e offritevi volontariamente al servizio di Colui che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). La vostra vita raggiungerà una pienezza insospettata. Forse qualcuno sta pensando: il Papa è venuto a ringraziarci e ora sta chiedendo. Sì, è così. Questa è la missione del Papa, Successore di Pietro. E non dimenticate che Pietro, nella sua prima lettera, ricorda ai cristiani il prezzo con il quale sono stati riscattati: quello del sangue di Cristo ( cfr 1Pt 1,18-19). Chi valuta la sua vita da questa prospettiva sa che all’amore di Cristo si può rispondere solo con amore, e questo è ciò che vi chiede il Papa in questo congedo: che rispondiate con amore a colui che per amore si è consegnato per voi. Ancora grazie e che Dio sia sempre con voi.








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