Libia: gli insorti accerchiano Tripoli e preparano l’offensiva finale contro Gheddafi
Si rincorrono le voci in Libia su quelle che sembrano essere le ore cruciali per decidere
le sorti di Tripoli e di Gheddafi. La capitale libica è infatti accerchiata da città
controllate dagli insorti, ultima delle quali Brega, la cui occupazione è stata annunciata
questa mattina dalla tv Al-Jazeera. Il servizio di Michele Raviart:
La battaglia
per Tripoli sembra ormai inevitabile e Muammar Gheddafi si prepara a resistere. L’offensiva
degli insorti, denominata dalla tv Al-Arabyia, “Alba della sposa del mare”, da uno
degli appellativi tradizionali riferiti a Tripoli, sarebbe imminente e, secondo alcuni,
sarebbe già iniziata. La radio “Libia libera” di Misurata, parla già dell’occupazione
da parte ribelle dell’aeroporto internazionale della Capitale, mentre il “Tripoli
Post” afferma che migliaia di persone si stanno muovendo in queste ore verso le sedi
della tv e della radio di Stato. Quello che è certo è che tra ieri e oggi gli insorti
hanno rafforzato le loro posizioni, occupando definitivamente le città di Brega, Ziltan
e di Zawiyah, a 50 chilometri da Tripoli e principale fonte di rifornimento energetico
per l’esercito di Gheddafi. Successi non solo militari, dato che uno degli uomini
vicini a Gheddafi fin dal 1969, l’ex primo ministro Abdessalam Jalooud, sarebbe fuggito
da Tripoli per unirsi al Consiglio nazionale di transizione. E se nella giornata di
ieri si erano rincorse le voci che davano un Gheddafi in esilio verso la Tunisia,
l’Egitto o il Venezuela, questa mattina lo stesso governo di Tripoli smentisce ogni
tentativo di fuga. Non solo Gheddafi combatterà fino alla fine, dicono alla Cnn fonti
vicine all’amministrazione Usa, ma si teme anche che l’ultima battaglia del rais possa
avere pesanti ripercussioni sulla popolazione civile.
Turchia: terzo
giorno di raid contro i secessionisti curdi Continuano, nel nord dell’Iraq,
i bombardamenti dell’aviazione turca contro le postazioni dei ribelli curdi. Dieci
aerei dell’esercito turco hanno lasciato nella notte la base di Diyarkabir, nel sud-est
del Paese per colpire 85 obiettivi militari dei secessionisti curdi del Pkk. Sarebbe
questa la terza notte consecutiva di raid aerei dell’aviazione turca in Kurdistan,
una reazione dovuta agli attacchi che nei giorni scorsi erano costati la vita a nove
soldati di Ankara. Intanto, il premier turco Recep Tayyp Erdogan ha ribadito il sostegno
del suo Paese alla Somalia colpita dalla carestia e attraversata dalla guerra civile.
Ankara, che ha già inviato quattro aerei di aiuti, rimetterà in funzione un ospedale,
ristrutturerà la strada tra l’aeroporto e la capitale, costruirà scuole e pozzi. Erdogan
ha anche annunciato l’apertura di un’ambasciata turca a Mogadiscio per coordinare
l’attività umanitaria.
Siria: le opposizioni annunciano l’istituzione di
un Consiglio di transizione Il presidente Assad torna a colpire le città ribelli.
Carri armati dell’esercito siriano sarebbero entrati ad Homs, dove, secondo Al-Arabiya
avrebbero ucciso sette persone. Arresti anche a Latakia mentre, riferisce Al-Jazeera,
cinque colpi di artiglieria sono esplosi al confine turco-siriano. Le opposizioni
intanto annunciano la creazione ad Istanbul di un Consiglio di transizione, formato
da membri provenienti dalle diverse formazioni politiche e confessionali siriane.
L’annuncio arriva in corrispondenza dell’aumento delle pressioni occidentali sul governo
di Assad, dopo che il presidente siriano aveva annunciato alle Nazioni Unite la fine
delle repressioni.
Tunisia: scontri al confine con la Libia Scontri
a fuoco tra le forze di sicurezza tunisine e gruppi armati non identificati si sono
registrati questa notte nel deserto al confine con la Libia. Fonti militari parlano
di infiltrati entrati con mezzi blindati immatricolati in Libia. Ancora ignoto il
bilancio delle vittime, anche se vi sarebbero numerosi feriti. Il territorio tunisino
è bersagliato da incursioni dall’inizio del conflitto in Libia, quando migliaia di
civili hanno cercato di raggiungere la Tunisia per proteggersi dai combattimenti.
Pakistan:
i talebani rivendicano l’attentato alla moschea di Khyber E’ stato rivendicato
dai talebani locali l’attentato di ieri alla moschea di Khyber, in Pakistan, costato
la vita a 56 persone e condannato dal segretario generale delle Nazioni Unite. Intanto
nel Paese asiatico continuano le violenze: sei poliziotti sono morti e quaranta sono
rimasti feriti dopo un assalto di uomini armati a Karachi. Nella città meridionale
sono da mesi in corso violente faide tra bande rivali, che hanno provocato oltre 60
morti solo negli ultimi tre giorni.
Afghanistan: due soldati uccisi in un
attentato Due soldati dell’esercito afghano sono rimasti uccisi per lo scoppio
di una bomba ad Herat, nell’Afghanistan occidentale. L’ordigno si trovava su un risciò
e ha investito un veicolo militare. L’attentato è stato prontamente rivendicato dai
talebani. Intanto a Kandahar 35 persone sono morte a causa di un bus finito in una
scarpata. A darne notizia è stato il ministro degli Interni afgano, che ha attribuito
l’incidente “alla trascuratezza di un autista poco professionale”.
India:
il premier Singh si dichiara a favore di una legge contro la corruzione Il
premier indiano Manmohan Singh si è dichiarato a favore di una legge anti-corruzione
“severa ed efficace”. Singh ha però notato che sarà difficile far approvare il provvedimento
entro la fine del mese, come richiesto dal movimento pacifico di protesta guidato
dall’attivista Anna Hazare. Intanto, oggi è stata avviata sulla stampa una consultazione
popolare che invita i cittadini a presentare le loro proposte di modifica della proposta
in discussione in parlamento.
Economia: in Europa continua il dibattito
sulle misure anti-crisi Rimane alta l’attenzione sull’economia, dopo la giornata
di ieri, in cui i mercati europei hanno bruciato circa 94 miliardi di Euro e Wall
Street ha chiuso in calo di oltre l’1,5 per cento. Nel Vecchio Continente resta il
"no" di Francia e Germania alla possibile emissione di Eurobond, mentre negli Usa
la Federal Reserve mette in guardia dai rischi di una crescita ridotta. Il servizio
di Davide Maggiore:
Con l’emissione
di titoli pubblici che rendano “collettivo” il debito europeo, ha spiegato Angela
Merkel, la situazione degli Stati peggiorerebbe. Le parole della cancelliera tedesca
sono arrivate dopo l’annuncio di uno studio degli Eurobond da parte dell’Unione Europea,
fatto dal commissario agli Affari Economici, Olli Rehn. Il timore della Germania,
e della Francia, è che il peso del debito dei Paesi meno virtuosi ricada sulle economie
più forti. Il presidente dell’Unione, Herman Van Rompuy, ha riconosciuto che l’Europa
non sarà pronta all’emissione di propri bond finché tra gli Stati resterà l’attuale
“larga divergenza” sui bilanci. Positivo, invece, il suo giudizio riguardo alla Tobin
Tax sulle transazioni finanziarie. Intanto, Italia e Spagna sono alle prese con il
risanamento dei conti: a Roma continua il dibattito sulla manovra economica, e Madrid
ha varato nuove misure anti-deficit e di stimolo alla ripresa. E negli Stati Uniti,
la Federal Reserve ha escluso l’ipotesi di una ricaduta del Paese nella recessione,
ma ha fatto notare che con gli attuali tassi di crescita del Pil, minori delle attese,
si rischia un aumento della disoccupazione.
Rapporti Usa-Cina: il vicepresidente
Biden in visita nel Sichuan Il vice presidente americano Joe Biden è arrivato
questa mattina a Chengdu, nel Sichuan. Il vicepresidente americano incontrerà il suo
omologo cinese Xi Jinping e pronuncerà un discorso davanti agli studenti dell’Università
di Sichuan, e visiterà i siti in ricostruzione dopo il terremoto del 2008, che aveva
causato oltre 87mila vittime in tutto il Sichuan. Scopo della visita del vice-presidente,
che visiterà presto Mongolia e Giappone, è di rassicurare gli interlocutori sulla
salute economica degli Stati Uniti, in piena crisi del debito.
Corea del
Nord: il presidente Kim Jong-Il incontra il presidente russo Medvedev Ha preso
il via oggi la visita del presidente nordcoreano Kim Jong-Il in Russia. Secondo quanto
riferito dal Cremlino, è previsto un incontro tra il capo dello Stato asiatico e il
presidente russo Dmitri Medvedev. Nel corso della sua visita, la prima in Russia dal
2002, Kim farà tappa nelle regioni orientali e in Siberia.
Myanmar: Aung
San Suu Kyi incontra il nuovo presidente Storico incontro ieri in Myanmar tra
il presidente del nuovo governo civile Thien Sein e la leader dell’opposizione, Aung
San Suu Kyi. Secondo i media di Stato, durante l’incontro i due leader politici si
sarebbero impegnati a “cooperare nell’interesse del popolo”. Il portavoce del presidente
ha parlato di “una tappa importante per la riconciliazione nazionale”, mentre la premio
Nobel Suu Kyi, rilasciata lo scorso novembre dopo anni di arresti domiciliari, si
è detta “incoraggiata”. (Panoramica internazionale a cura di Michele Raviart e
Davide Maggiore)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LV no. 232