2011-08-20 12:12:48

Il Papa alla Via Crucis della Gmg: la Passione di Cristo ci spinge a non passare oltre davanti alla sofferenza umana


La Croce non è l’esito di un insuccesso, ma il modo di manifestare l’amore di Dio per gli uomini: è quanto affermato da Benedetto XVI, ieri sera, in Plaza de Cibeles a Madrid al termine della “Via Crucis” con oltre 600 mila giovani. Un momento intenso nel quale sono state ricordate le tante situazioni di sofferenza che affliggono l’uomo di oggi, dalla guerra alla tossicodipendenza, dalle catastrofi naturali alle discriminazioni religiose e razziali. Un pensiero speciale, poi, è stato rivolto ai cristiani perseguitati. A rendere particolarmente suggestivo il cammino della Croce sono stati i gruppi scultorei, dono delle regioni di Spagna, a rappresentazione delle 14 stazioni. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

(musica)

Dio non è distante dalle sofferenze dell’uomo. Nel cuore di Madrid, mentre il sole si avvia verso il tramonto, una moltitudine di giovani volge lo sguardo verso la Croce, simbolo della Gmg. Nell’orazione iniziale, dal palco in Plaza de Cibeles, Benedetto XVI sottolinea che, contemplando le stazioni della “Via Crucis”, ci uniamo a Cristo e al tempo stesso ci facciamo vicini alle sofferenze di tanti fratelli che rischiano di perdere la fede e la speranza:

(canto)

Duecento i metri percorsi, una distanza breve in cui trova però spazio il dolore dell’umanità. Di stazione in stazione, si alternano nel portare la Croce giovani di Paesi africani, afflitti dalla guerra civile, giovani disabili, ragazzi disoccupati. Ancora, giovani di Haiti e del Giappone, sconvolti dalle catastrofi naturali:

Jesús muere en la Cruz …

Nell’itinerario verso il Calvario, la Croce si ferma davanti ai gruppi scultorei, segno mirabile del patrimonio religioso delle diocesi spagnole. Il Papa e i giovani ascoltano le meditazioni scritte per l’occasione dalle Suore della Croce di Siviglia:

Jesús patéese con todos los que sufren …

“Gesù – viene sottolineato – patisce con tutti coloro che soffrono, con le vittime dei genocidi, della violenza, con le vittime degli abusi sessuali”, con “quanti sono denudati della loro dignità”. A loro, fratelli trafitti dal dolore, rivolge il pensiero Benedetto XVI nel discorso al termine della “Via Crucis”. Cristo, avverte il Papa, “ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”:

La pasión de Cristo nos impulsa a cargar…
“La Passione di Cristo – afferma – ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini”.

Al contrario, ribadisce il Papa, Dio si è fatto “uno di noi” per condividere la nostra sofferenza e così far sorgere in noi la stella della speranza. Quindi, il Papa consegna un mandato ai giovani della Gmg di Madrid:

Vosotros, que sois muy sensibles…
“Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri – è la sua esortazione – non passate oltre davanti alla sofferenza umana”.

E lì, prosegue il Papa, che “Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire”. E sottolinea che le “diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza”. Riprende così la sua Enciclica “Spe Salvi” per riaffermare che “soffrire con l'altro, per gli altri”, soffrire “per amore della verità e della giustizia” sono “elementi fondamentali di umanità”. Il Papa auspica, dunque, che i giovani possano mettere in pratica quanto vissuto durante la Gmg di Madrid:

Miremos para ello a Cristo, colgado en…
“Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno – è la preghiera del Papa – e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive”.

La Croce, ribadisce con forza, “non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita”. La Croce, soggiunge, “rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo”. Il Papa non ha infine mancato di offrire una riflessione sulla bellezza dei gruppi scultorei della “Via Crucis”:

Son imágenes donde la fe y el arte…
“Sono immagini – rileva il Papa – nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione”.

Il Papa conclude la “Via Crucis” con l’invocazione alla Vergine Maria affinché sostenga e dia speranza a quanti soffrono. Quindi, fa ritorno in nunziatura, passando, come ormai ci si è abituati a vedere a Madrid, tra due ali di folla festante.

(applausi)







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