2011-08-20 08:11:37

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 21.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù chiede ai discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti. Simon Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù dice:

“Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

È in terra quasi estranea alla tradizione giudaica, Cesarea di Filippo, che Gesù interpella i discepoli per sapere come la gente lo stia giudicando. E la gente non ha idee chiare, ma solo analogie con qualche grande figura del passato: Elia, Geremia, un profeta. Etichette comode, per catalogare senza mettersi in gioco. Ma oltre queste impressioni e supposizioni della gente, i discepoli hanno capito altro? Loro che sapevano molto di più della gente, vivevano fianco a fianco con questo “Figlio dell’uomo”, avevano capito o no chi era veramente questo Nazareno, rabbì itinerante? “Ma voi, chi dite che io sia?”, domanda diretto Gesù, costringendoli a uscire allo scoperto. Per tutti risponde di slancio Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”. Non una definizione, non un lampo di genio, ma una illuminazione dal cielo, come Gesù stesso afferma. Conoscere davvero chi è Gesù è solo grazia, non abilità intellettuale. E se fosse rivolta anche a noi questa domanda: “Voi chi dite che io sia?”, cosa risponderemmo? Con una filastrocca di titoli comuni, pensando alle devozioni popolari, oppure con uno slancio del cuore, per una esperienza interiore di intimità e conoscenza? Da questa risposta si misura la nostra fede.







All the contents on this site are copyrighted ©.