Il cardinale Rylko: la Gmg è un'esperienza che può ispirare a un giovane scelte decisive
Le prime battute della 26.ma Gmg hanno già riproposto la bellezza e l'intensità dei
valori che hanno fatto la storia di questo tipo di raduni, dove a essere protagonisti
sono ragazzi lontani da certi stereotipi, che vorrebbero il mondo giovanile sfiduciato
e senza prospettive. Lo sottolinea il cardinale Stanislaw Rylko, presidente
del Pontificio Consiglio per i Laici, in questa intervista della nostra inviata a
Madrid, Debora Donnini:
R. – E’ veramente
grande e importante la testimonianza che questi giovani, provenienti dagli angoli
più remoti del pianeta, rendono in questi giorni a Madrid. E’ una testimonianza di
cui il mondo di oggi, in particolare l’Europa, ha tanto bisogno, perché è una testimonianza
di una fede giovane, piena di entusiasmo, di spirito missionario.
D.
– Più volte, nei discorsi, ritorna la questione del relativismo e della secolarizzazione,
che specialmente l’Europa sta vivendo. Pensa che le Giornate mondiali della gioventù,
e in particolare questa di Madrid, siano momenti importanti per rispondere a questa
chiamata della nuova evangelizzazione?
R. – Certamente sì. Le Giornate
mondiali hanno ormai 25 anni, e in questo arco di tempo si sono dimostrate uno strumento
straordinario di evangelizzazione, soprattutto di evangelizzazione delle giovani generazioni,
nel quale i giovani stessi sono i protagonisti. Ma non solo: le Giornate mondiali
sono uno strumento di evangelizzazione di tutta la società odierna. Molte persone
che sono in ricerca, che si sono allontanate dalla fede, guardano a questi giovani
con grande interesse. Per loro sono un grande punto interrogativo: "Cosa hai fatto
della tua fede? Come vivi la tua fede?". Rispondere a questi interrogativi è una funzione
importante di ogni Gmg.
D. – Le Gmg sono state anche dei momenti nei
quali molti giovani hanno avvertito una chiamata al sacerdozio, alla vita consacrata
o a formare una famiglia cristiana...
R. – Le Giornate mondiali della
gioventù hanno avuto sempre - e hanno ancora oggi - una forte dimensione vocazionale.
Infatti, a una persona che incontra veramente Cristo sorge spontanea la domanda: “Come
devo vivere? Cosa si aspetta Cristo da me?”. Cioè, è una domanda vocazionale. Incontro
tante giovani coppie che mi dicono: “Noi siamo frutto della Gmg di Czestochowa”, “Noi
siamo frutto della Gmg di Manila”. E quanti, anche, i sacerdoti che hanno maturato
la loro definitiva scelta in favore del sacerdozio proprio incontrando il Successore
di Pietro.
D. – La visita di Benedetto XVI in Spagna è iniziata. Quale
clima si respira qui a Madrid?
R. – Un clima di grande intensità. Sappiamo
tutti, come ha detto un sociologo, che il Successore di Pietro è il "faro" di ogni
Giornata mondiale della gioventù. Papa Benedetto XVI si è dimostrato un grande maestro
della fede, non solo negli ambienti universitari, accademici, ma in generale un maestro
della fede della giovane generazione. Lo vediamo ogni volta quando incontra i giovani,
soprattutto quando - a braccio - spiega le verità fondamentali della fede. Molti giovani
rimangono colpiti dall’incisività del suo pensiero, della sua parola. E credo sia
proprio questo che i giovani, venuti qui a Madrid, attendono dal Papa. (ma)