2011-08-17 15:04:16

Vacanze spirituali: l'esperienza della Comunità di Taizè


Sono molte le persone che, ogni anno, decidono di dedicare un po’ delle proprie vacanze allo spirito. Esperienza che può rivelarsi un’avventura unica. Ce lo testimonia, al microfono di Emanuela Campanile, Gaia, giovane futura mamma, che presso la Comunità ecumenica di Taizè si è avvicinata alla preghiera e alla lettura della Sacra Scrittura:RealAudioMP3

R. – Si può fare un’esperienza indimenticabile che può cambiare la vita, così come è successo a me. La prima volta che sono stata a Taizé avevo 18 anni e sono stata "portata" lì da un gruppo di amici. In realtà, andai un po’ inconsapevolmente, perché non sapevo, di fatto, di cosa si trattasse, ma mi attirava la compagnia e quindi ci andai. Da lì in poi devo dire che c’è stata una svolta radicale e definitiva nella mia esperienza, tanto che poi sono tornata. L’esperienza si modula soprattutto su due versanti: quello dell’ascolto e della riscoperta del valore della Parola e quello della condivisione. Entrambi si intrecciano e si fondono in un’unica esperienza che è assolutamente ricchissima e meravigliosa, la consiglierei a tutti!

D. – Spesso nell’immaginario comune non si considera l’aspetto più gioviale, sereno, anche divertente, perché si pensa che ciò che ha a che fare con lo spirito è in qualche modo "pesante"...

R. – No, tutt’altro. Questa è stata proprio la mia scoperta. Non ne sapevo nulla, ma è stato proprio solo potendone fare esperienza in prima persona che ho potuto rendermi conto. C’è da dire che la Comunità di Taizè ha avuto a cuore in particolar modo i giovani sin dagli anni ’70. Quindi, sono stati in grado, innanzitutto, di formulare un metodo di meditazione della Parola, che è quello del canto, che ha permesso a migliaia di giovani di riavvicinarsi ad un contatto personale ed intimo con il senso del divino; e poi un’introduzione guidata, già “masticata”, della Parola da parte dei frere, che un’ora al giorno si dedicano ai vari gruppi che poi si formano per far vedere come a volte in un brano del Vangelo ci sia nascosto un tesoro incomparabile, che ad una prima lettura, immediata e superficiale, potrebbe non apparire alla coscienza, mentre loro hanno proprio questa esperienza che mettono a disposizione dei ragazzi. Il fatto che, poi, le persone siano invitate a riunirsi in piccoli gruppi di otto o dieci persone per un’oretta di condivisione rende la Parola ancora più viva, ancora più incarnata e rende la condivisione qualcosa che poi diventa vita vissuta.

D. – Quindi, un consiglio ai giovani e anche ai meno giovani per poter passare alcuni giorni in modo diverso...

R. – Questa è un’esperienza che consiglierei di cuore sia a chi vuole fare concretamente esperienza di qualcosa di valido e di profondo a livello spirituale sia come possibilità di vita comunitaria, di semplicità. Sono due cose che, secondo me, sono come le due ali di un angelo che porta poi il cuore ad essere molto in alto. Si torna a casa felici, questo ve lo garantisco! (ap)







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