Terrorismo e fisco, i temi del tour di Obama nel Midwest
Ultima giornata per il tour del presidente americano Obama nel Midwest. La minaccia
terroristica e un fisco più equo sono stati gli argomenti evidenziati dal capo della
Casa Bianca, alle prese con un forte calo di popolarità soprattutto a causa delle
difficoltà nell’affrontare la grave crisi economica che sta colpendo gli Stati Uniti.
Alla luce di questa situazione, come si presenta oggi Barack Obama agli occhi dell’elettorato
americano? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Nico Perrone, docente
di Storia americana all’Università di Bari:
R. - E’ un
abilissimo organizzatore di campagna elettorale, questo lo ha dimostrato in modo clamoroso.
Governare è arte assai più difficile, specialmente quando si ha un’opposizione fermamente
decisa a farlo cadere, quindi ora tutte le ipotesi sono possibili. Però, fra le ipotesi
ci metto anche quella che sia capace di resistere e recuperare.
D. –
Che tipo di difficoltà sta incontrando Obama?
R. – Secondo me, le difficoltà
sono di due ordini: interne ed esterne. La crisi economica pesa in modo tremendo sull’America
più che sull’Europa, anche perché l’America era abituata ad uno standard, almeno psicologico,
se non reale di ben altro livello. Ora invece si trovano a fare i conti con una crisi
molto grave, che non si è affatto riusciti a fermare, anzi, tende ad andare avanti.
Su questo Obama delude, non soltanto chi vuol farlo cadere, ma delude chi lo ha sostenuto
fino ad ora. Lui adesso è in piena campagna elettorale, cerca di fare una campagna
elettorale da vicino, non calandosi dall’alto con l’aeroplano, ma cercando di essere
a contatto con la gente. Questo può servire, ma non so se basterà a capovolgere una
situazione poco favorevole. Il punto decisivo credo sia un altro: i repubblicani non
hanno ancora trovato un leader. E questo può essere un punto di forza per Obama. E
poi c'è l’insidia che viene dall'estero. Non sottovalutiamo Pechino, nel senso che
la Cina, dal punto di vista economico è diventata una grande potenza, da non sottovalutare
anche sotto il profilo militare. Una potenza che si muove in sordina, che non fa chiasso,
ma che è lì, pronta, quando può, a dare la zampata. Questo, Obama, ha mostrato di
saperlo intendere. Ma intendere è cosa diversa dall’essere capace poi di fronteggiare
concretamente questa realtà. (ma)