I vescovi boliviani invitano a un dialogo costruttivo sulla questione indigena
Un invito al dialogo “sincero e costruttivo” per il bene del Paese. Lo chiedono i
vescovi boliviani, in un momento in cui la nazione sta vivendo giorni di tensione:
migliaia di indios di diverse etnie, infatti, sono partiti il 15 agosto per una marcia
di 600 chilometri dalla città amazzonica di Trinidad per raggiungere la capitale La
Paz. Il loro obiettivo è difendere il Parco nazionale Isiboro Secure, la maggiore
riserva ecologica della Bolivia, abitata da 50 mila persone. Il parco è a rischio
a causa della costruzione di oltre 300 km di un’autostrada che spaccherà in due questa
zona dell'Amazzonia boliviana, imponendo l'abbattimento di circa mezzo milione di
alberi. Per questo ieri, in occasione della Festa dell’Assunzione, la Conferenza episcopale
boliviana (Ceb) ha diffuso una nota, a firma di mons. Oscar Aparicio e mons. Eugenio
Scarpellini, rispettivamente segretario generale e segretario aggiunto dell’organismo:
“La marcia indigena organizzata dagli abitanti del territorio del Parco nazionale
Isiboro Secure – si legge nel testo – coincide nel tempo e nello spazio con la prima
marcia indigena 'Per il territorio e la dignità', compiuta 21 anni fa”. “A causa della
mancanza di un vero dialogo alla ricerca di una soluzione condivisa – continua la
Ceb – la Chiesa cattolica, fedele alla sua missione pastorale e profetica, vuole far
sentire la propria voce per contribuire a una soluzione pacifica e in funzione del
bene comune di tutta la società boliviana”. Quindi, i presuli ribadiscono: “Al di
là del dibattito economico, politico e sociale che questo tema deve meritare, invitiamo
le parti in causa ad un dialogo sincero e costruttivo, nel quadro costituzionale vigente,
che riesca a modulare la responsabilità dello Stato nel promuovere lo sviluppo nazionale
e i diritti dei popoli indigeni”. Di qui, l’auspicio finale dei vescovi per “una soluzione
della questione che faccia presa sul giusto equilibrio fra gli interessi legittimi”.
Si prevede che la marcia di protesta degli indigeni duri una trentina di giorni. Da
notare che nel Parco nazionale Isiboro Secure, che si estende per 1,2 milioni di ettari,
abitano 64 comunità indigene, il 30% dei mammiferi di tutta la Bolivia, il 34% del
totale nazionale dell'aviofauna, più del 40% di rettili e 188 diverse specie di pesci
suddivisi in 170 lagune. (I.P.)