Dal Vertice Sarkozy-Merkel, la proposta di un governo economico europeo
Un "governo economico dell’Europa, difesa dell’Euro a tutti i costi, tassazione delle
transazioni finanziarie". Sono alcuni dei punti della proposta lanciata dal presidente
francese Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Merkel, che nel vertice di ieri sera
hanno presentato le loro misure contro la crisi. Tra le proposte, anche l'obbligo
per i Paesi dell'Eurozona di inserire nelle loro costituzioni il vincolo del pareggio
di bilancio e il no all'introduzione degli Eurobond. Per un commento sulle soluzioni
del vertice, a partire dal governo economico europeo, Linda Giannattasio ha
intervistato l’economista, Alberto Quadrio Curzio:
R. – Ritengo
che sia una scelta opportuna, che darà forza a ciò che nella sostanza già avviene
attraverso quelle cooperazioni rafforzate già in atto per talune altre fattispecie,
come l’Euro stesso, la Banca Centrale Europea e l’Accordo di Schenghen. Per quanto
riguarda l’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio nelle Costituzioni, dovrà
essere un vincolo con determinate deroghe, perché nel caso di catastrofi naturali
che richiedono degli interventi particolari o nel caso di necessità d’investimenti,
la regola assoluta del pareggio di bilancio su base annuale può diventare un vero
e proprio cappio che impedisce lo sviluppo economico. Per quanto concerne poi il principio
della tassazione delle transazioni finanziarie, credo sia una scelta opportuna se
riusciranno a congegnarla in modo operativo, che riduca o addirittura annulli la speculazione.
Speculazione che, in questo periodo, è stata veramente una vera e propria turbativa
nel funzionamento dei mercati. Naturalmente una tassa sulle transazioni finanziarie
troverà dei forti oppositori, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti. Bisognerà
quindi vedere cosa si potrà fare.
D. – Dal vertice franco-tedesco è
emerso anche il “no” ai cosiddetti Eurobond…
R. – Ritengo che sia un
errore, perché gli Eurobond in parte metterebbero in sicurezza i debiti pubblici nazionali
ed in parte servirebbero per fare grandi investimenti per uno sviluppo sostenibile.
D.
– Secondo lei anche alzare la dotazione del fondo “salva-Stati”, così come rilevato
dalla Merkel e da Sarkozy, non ha senso?
R. – No. Quella è una scelta
opportuna, ma è pur sempre una scelta di solidarietà difensiva. Il fondo “salva-Stati”
deve intervenire in casi di emergenza, quando uno Stato è gravato dal debito e da
un’aggressione speculativa.
D. – Francia e Germania ribadiscono anche
la “salvaguardia dell’Euro a tutti i costi”. Questo avrà, secondo lei, delle ricadute
positive sulla stabilità della moneta unica e sulle Borse?
R. – Credo
che fintanto che non ci saranno gli Eurobond e non ci sarà un effettivo governo della
finanza europea, o meglio, della finanza di "Eurolandia" - finanza fatta anche con
gli Eurobond e quindi anche con un minimo di fiscalità comunitaria o della zona-euro
-, l’Euro sarà pur sempre una buona valuta ma non esprimerà tutte le sue potenzialità.
E, di tanto in tanto, potrà andare anche verso qualche crisi. Non esiste nella storia
del governo dell’economia un sistema con una moneta unica senza anche un governo dell’economia
unificato. Il governo dell’economia unificato significa due cose: un minimo di tassazione,
cioè la fiscalità, ed un minimo di finanza pubblica. (vv)