Forum delle famiglie: manovra non equa, non tiene conto dei carichi familiari
“E’ molto grave non riuscire ad utilizzare il carico familiare come un fattore di
equità e sviluppo per il Paese”. Così Francesco Belletti presidente del Forum delle
Associazioni Familiari sulla manovra correttiva da 45,5 miliardi di euro che arriverà
domani al Senato. Il Forum invita a lavorare sulla riforma del fisco e a sostenere
le famiglie, in particolare quelle numerose. Massimiliano Menichetti ha intervistato
lo stesso Francesco Belletti:
R. – Il Forum
delle Associazioni Familiari ha partecipato agli incontri in queste settimane di agosto
tra le parti sociali e il governo, e avevamo rappresentato il tema della necessità
di sostenere le famiglie, soprattutto le famiglie con figli. Ma di questo, nella manovra
non c’è traccia. La situazione è grave e un intervento economico sarà difficile per
tutti; ma che non si riesca ad utilizzare il carico familiare come un fattore di equità
e di sviluppo per il Paese, è molto grave.
D. – La complessità aumenta
anche perché in Italia la famiglia è una cellula di stabilizzazione …
R.
– Certo. E’ la famiglia con il suo risparmio, con i suoi comportamenti economici,
con la sua solidarietà interna che ci ha consentito di non arrivare alle manifestazioni
della Grecia, dell’Inghilterra né alla situazione grave della Spagna. Quindi, occorre
finalmente riconoscere che bisogna agire sulla famiglia.
D. – Dunque,
da una parte si introduce il contributo di solidarietà, dall’altra però non si parla
del quoziente familiare …
R. – E’ questo che ci ha un po’ sorpresi:
che neanche quando si chiede un contributo di solidarietà si riesce a vedere che i
carichi familiari sono rilevanti. Una famiglia con 90 mila euro, se ci vive in due
persone può sicuramente dare un grande contributo di solidarietà, ma se ha quattro
o cinque figli, la situazione di reddito comincia ad essere difficile! Quindi è proprio
l’idea che questa manovra non veda la dimensione familiare come un luogo di giustizia.
Invece, di fatto, anche l’art. 53 della Costituzione dice che ognuno deve contribuire
con le tasse secondo la propria capacità contributiva. Ma è ovvio che se io devo spendere
una quota del mio reddito per allevare, dar da mangiare ed educare i miei figli, quel
reddito lì non è ricchezza ma è una parte di reddito che io investo per il futuro
del Paese.
D. – Voi avete fatto proposte concrete, come parti sociali,
al governo: di cosa si tratta?
R. – Noi chiediamo che la manovra cominci
a lavorare anche sulla riforma fiscale, introduca il fattore-famiglia, che è il modello
che noi abbiamo presentato, che consentirebbe di restituire alle famiglie con figli
capacità di spesa. Questo genererebbe sviluppo, consumi e anche la rimessa in moto
del sistema economico. Noi non chiediamo assistenza per la famiglia: chiediamo di
investire su una risorsa.
D. – Sì: ma se la famiglia, di fatto, non
è stata considerata in questa manovra, quali margini possono esserci?
R.
– Alcune premesse politiche ci sono; qui si tratta di entrare in questi tavoli, proprio
in queste settimane, proprio per far riconoscere finalmente anche ai ministri competenti
che la manovra fiscale è una manovra di equità e di sviluppo, e non solo di tagli,
e su questo lo stesso ministro dell’economia fa un po’ fatica ad assumere la dimensione
familiare come una linea di sviluppo.
D. – Ma i tempi, ormai, sembrano
strettissimi …
R. – Certo: è chiesto a tutti un grande sussulto di responsabilità,
nel senso che tutti devono comunque condividere l’idea che questa manovra va fatta
e che quindi a tutti verranno richiesti sacrifici. Le famiglie hanno già dato molto,
hanno già fatto molti sacrifici. Se anche questa manovra non incorporerà qualche misura
di equità per la famiglia, noi torneremo subito con la riforma sul fisco, con gli
interventi sulle agevolazioni. Questa manovra vedrà ancora giornate di dibattito frenetico;
si costruirà anche nei prossimi tre anni. Quindi, la partita incomincia adesso … (gf)