Domani il via alla Gmg. Il cardinale Rouco Varela: il sì dei giovani a Cristo cambierà
il mondo
La Giornata mondiale della gioventù inizia domani sera con la Santa Messa di inaugurazione
presieduta alle 20.00 dal cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco
Varela, nella Plaza de la Cibeles a Madrid. Sull’attesa di questo importante evento,
Debora Donnini ha sentito lo stesso cardinale Rouco Varela:
R. – Bueno,
toda Madrid... Tutta la città di Madrid, in primo luogo ovviamente la Chiesa
in Madrid, ma anche tutti quei madrileni che forse non si sentono molto uniti alla
Chiesa, sta aspettando l’arrivo del Santo Padre e sta già vivendo l’arrivo di molti
giovani, che si ritroveranno qui a Madrid per celebrare la Giornata Mondiale della
Gioventù, che sarà presieduta dal Papa, anzitutto con profonda fede. E’ un avvenimento
in cui la fede della Chiesa e la fede dei giovani si fondono, trasformandosi in una
grande testimonianza di fede davanti al mondo. Madrid è una città la cui storia è
sempre stata caratterizzata da questa fede in Gesù Cristo e la comunità della Chiesa
mai si è separata dalla comunione con il successore di Pietro. Noi crediamo che questa
Giornata possa far sì che i giovani di tutto il mondo - e specialmente i giovani più
vicini a noi, gli europei e ovviamente gli spagnoli - affrontino la propria vita,
anche se ora può sembrare un poco più incerta, con la certezza che rispondendo a Gesù
Cristo con tutto il loro cuore, anche il mondo cambierà e cambia soprattutto nella
prospettiva di questo bene fondamentale e definitivo che è la Gloria di Dio, l’eternità.
Uno dei patroni della Giornata è Sant’Ignazio di Loyola che pose al centro della Compagnia
di Gesù “la Gloria di Dio”. Vivendo il presente e il futuro in questa fantastica prospettiva
della Gloria di Dio, tutto cambia, cambiano anche le cose di questo mondo, migliorano
e si trasformano in una sorta di prologo, in un andare verso la felicità, che non
finisce mai e che vince il male, vince il peccato. In quest’ora che può sembrare -
e lo è - critica, siamo convinti che su questo “sì” dei giovani a Cristo sorga un
nuovo sole, come cantava l’inno della Giornata Mondiale della Gioventù di Buenos
Aires. Tutta la città e tutta la realtà ecclesiale di Madrid – le parrocchie, i movimenti,
i collegi, le famiglie – attendono con le porte delle loro case aperte coloro che
verranno, cercando di far sì che non manchi nulla e che vada bene ogni aspetto dell’organizzazione:
la logistica, l’alimentazione, l’accoglienza, i grandi eventi e le catechesi, affinché
possa essere un’autentica testimonianza di grande amore per Dio e per i fratelli.
D. – Cosa significa per la Spagna, per l’Europa e per il mondo questa
Giornata mondiale della Gioventù, specialmente in relazione all’evangelizzazione?
R.
– Bueno, en si misma la Jornada es un... La Giornata è in sé già un avvenimento
evangelizzatore di prima grandezza, nelle sue notti e nei suoi giorni, nel suo senso
proprio e cosmico dell’espressione. L’annuncio di Gesù Cristo, Salvatore dell’uomo,
del mistero della sua morte e della sua risurrezione riempiranno anche fisicamente
l’ambiente circostante, in cui è immersa la città e la comunità di Madrid. L’evangelizzazione
ha come fondamento l’annuncio di Gesù Cristo risuscitato: ed è questo che si vivrà
a Madrid nell’arco di tutta la settimana in forma super esplicita nelle celebrazioni
liturgiche, molto esplicita nelle catechesi, e anche implicita, ma con moltissima
espressività, in tutto il programma di attività culturali, artistiche e sociali che
caratterizzano quest’avvenimento, specificatamente nelle sue serate; ma soprattutto
molto esplicita nelle moltissime ore di preghiera e di adorazione che avranno luogo
a Madrid durante tutta la settimana. Di questa realtà che si vivrà a Madrid, di questo
fenomeno di annuncio del Vangelo sono protagonisti in larga misura i giovani, perché
lo fanno proprio e lo trasmettono - a loro volta - ad altri. E visto che quest’avvenimento
verrà poi trasmesso da un numero incredibile di televisioni in tutto il mondo, l’annuncio
arriverà al mondo in maniera profonda, proprio perché sarà una testimonianza ascoltata
ed annunciata in un’atmosfera di un’allegria contagiosa, che nasce proprio da questa
precisa esperienza: stiamo incontrando Cristo e lo annunciamo. Sono sicuro che questo
avrà un impatto speciale sui Paesi europei, un impatto molto grande, anche in Spagna…
D.
– Le Giornate mondiali della Gioventù sono cominciate negli anni ’80. Molti sono i
frutti nati da queste Giornate, come per esempio le vocazioni...
R.
– Sí, las Jornadas comenzaron… Sì, le Giornate hanno avuto inizio nel 1985
a Roma, poi a Buenos Aires nel 1987, in forma ancora iniziale, sperimentale. Poi nel
1989 la Giornata si celebrò a Santiago de Compostela, una città a me molto cara: in
qualità di arcivescovo di Santiago ho avuto la gioia di accoglierla. E’ il momento
in cui le Giornate cominciano la loro storia più matura, che continua ancora oggi,
e che abbiamo cominciato ad avvertire a Santiago, dove arrivarono molti pellegrini,
primo fra tutti il nostro caro e indimenticabile beato Giovanni Paolo II. Alla fine
della celebrazione, i giovani - soprattutto europei - scoprirono questa formula di
concepire la vita cristiana come un pellegrinaggio verso la Casa del Padre e scoprirono
anche delle vocazioni specifiche, nelle quali ci si dona completamente al Signore
attraverso la vocazione al sacerdozio ministeriale nella Chiesa o alla vita consacrata.
Molte anche le vocazioni, cristianamente profonde, a vivere il matrimonio e la famiglia,
secondo la legge di Dio, secondo la grazia di Dio, secondo il ministero di Cristo.
Questi i frutti si sono andati moltiplicando e diffondendo nell’arco della storia
delle Giornate, arrivando fino ad oggi.
D. – Nel messaggio della Giornata
mondiale della Gioventù di quest’anno - “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella
fede” - il Papa invita, appunto, i giovani a radicarsi in Cristo. E’ un messaggio
molto importante in questo tempo, come lei stesso diceva, instabile, di secolarizzazione,
di crisi economica, specialmente per l’Europa…
R. – Es evidente que
esto apuntar…. Chiaramente il messaggio punta a quello che il Papa chiede
e cerca in questa Giornata mondiale: in mezzo all’insicurezza che il mondo vive, trovare
una sicurezza, che non viene mai a mancare, in nessun momento della vita personale
e della storia, e che è Cristo. Quando questo si dimentica, l’insicurezza cresce.
In questo momento storico, il Santo Padre ci indica verso dove bisogna camminare,
così che anche il momento critico che attraversa l’Europa, la Spagna, possa essere
veramente superato: c’è un fondamento che non vacilla, che non cessa mai di stare
lì come pietra angolare, che è Cristo nostro Signore. La Giornata mondiale della Gioventù
inizia con l’Eucaristia nella Plaza de los Cibeles, un luogo emblematico della città.
A tutti voi diciamo: “Qui è la vostra casa, la casa della Chiesa, la casa dei giovani
nella Chiesa, la casa dei fratelli che arrivano da tutto il mondo per incontrarsi
con il “padre”, il pastore supremo della Chiesa universale, accompagnato dai giovani,
dai loro vescovi, dai sacerdoti, dai responsabili della pastorale della gioventù,
per vivere insieme questo grande momento, questa realtà della Chiesa, che è giovane”.
I giovani hanno in questa un ruolo decisivo e questo ruolo sarà decisivo in questi
giorni. Vogliamo che siano testimoni di Cristo, che è radice sulla quale la vita
dell’uomo cresce e fiorisce fino all’eternità, in modo tale che i suoi frutti e i
suoi fiori si possano notare anche nella vita dell’uomo, della società, nella cultura,
nell’economia e nel superamento dei grandi problemi che sono davanti all’uomo e a
tutta la società in questo momento. (ap)