Decreto anti-crisi in Italia. Governo pronto a modifiche. Critiche per le conseguenze
sulle famiglie
Borse europee in frenata a meta seduta dopo l’apertura in positivo sulla scia del
buon risultato dei listini asiatici. Milano è chiusa per festività ma sugli altri
mercati non si registrano scosse per i titoli di Stato italiani dopo l’annuncio della
manovra bis da 45,5 miliardi di euro da parte del governo italiano. Intanto l’Ue promuove
il pacchetto di misure e chiede al Parlamento di votarle rapidamente; mentre l’esecutivo
si dice pronto a discutere le modifiche proposte dall’opposizione e dalle parti sociali,
che giudicano la manovra troppo sbilanciata sulle classi medie. Per Maroni occorre
ridurre i tagli ai comuni. Critiche per la disattenzione alle famiglie. Il punto della
situazione nel servizio di Marco Guerra:
Drastici
tagli alla spesa pubblica e prelievi fiscali ai redditi più alti. Nessun intervento
per il momento su pensioni e risparmi privati. Sono queste le linee guida della manovra
bis chiesta dall’Europa e sulla quale si è aperto un serrato confronto tra governo,
opposizione e parti sociali per ridurre l’impatto dei provvedimenti su enti locali
e famiglie. Il conto della stretta risulta infatti salatissimo: sul fronte del fisco
spicca il contributo di solidarietà per i redditi sopra il 90mila euro anno. Un prelievo
che sarà del 5% della quota di reddito superiore ai 90 mila euro lordi e il 10% della
parte eccedente i 150 mila e che durerà tre anni a partire da gennaio 2012. Nuova
stangata anche per le rendite finanziarie, i giochi e le sigarette. E ancora la Robin
Hooh Tax sulle imprese energetiche, il limite ai pagamenti in contante per contrastare
l’evasione, l'anticipo dell'innalzamento progressivo dell' età per il pensionamento
delle donne dagli attuali 60 ai 65 anni e la cancellazione dei ponti per le festività
non religiose. Capitolo a parte sono poi i tagli ai costi della politica con l’accorpamento
delle provincie sotto i 300mila abitanti e dei comuni sotto i mille, la riduzione
dei consiglieri regionali e la soppressione degli enti pubblici sotto i 70 dipendenti
per un totale di 54mila poltrone corrispondenti ad altrettanti incarichi politici.
E sulle possibili correzioni al pacchetto è già in corso un acceso
dibattito che vede il governo pronto a discutere le proposte avanzate dalle opposizioni
“purché rimanga invariato il saldo della manovra”. Per alleggerire il peso sugli enti
locali, da cui si è alzato un coro di proteste, tornano quindi allo studio un aumento
dell’Iva di un punto percentuale, sul quale si riscontra il favore della Confindustria,
e un ritocco sulle pensioni di anzianità e reversibilità finora fortemente contrastato
dalla Lega. La maggioranza mostra poi apprezzamento per la proposta del Pd su una
tassa sui capitali rientrati grazie allo scudo fiscale, ma boccia la patrimoniale
su cui continua a insistere Bersani. Tra le soluzioni prese in esame anche la privatizzazione
dei servizi locali e delle società municipalizzate. E intanto si allarga la fronda
trasversale tra diversi parlamentari del Pdl e l’Udc per salvare dalla tassazione
dei redditi più alti le famiglie numerose. “Non c’è equità se non si tiene conto dei
carichi familiari”, sottolineano i molti parlamentari di area cattolica, raccogliendo
la denuncia lanciata dal Forum della associazioni familiari.