2011-08-15 14:59:51

Crisi economica. L'America Latina cerca di evitare il contagio


L’economia resta al centro delle preoccupazioni di molti governi. In queste settimane, però, si è parlato poco di quanto sta succedendo in Sudamerica. Secondo i dati delle Nazioni Unite la crescita media del Prodotto interno lordo dei Paesi dell’area nel 2011 è intorno al 4,5 per cento, con delle eccellenze come Panama dove l’aumento dovrebbe essere di quasi l’8 per cento. Dunque un trend diverso rispetto a Stati Uniti ed Europa? Eugenio Bonanata lo ha chiesto al nostro collega Luis Badilla, esperto di questioni latino-americane:RealAudioMP3

R. – Il problema è che si tratta di una crescita con i piedi di argilla, perché è un’economia che si basa sostanzialmente sull’esportazione, in particolare con i Paesi asiatici e soprattutto con la Cina. Sono economie che non investono nulla – ad esempio – in innovazione tecnologica, in formazione, in educazione e via dicendo. Ecco perché in molti guardano con preoccupazione al futuro di questa crescita economica. Si teme che possa risolversi in un aumento immediato del benessere materiale per determinati settori e che, a lungo andare, si riveli una crescita debole, senza futuro e senza prospettive perché non è una crescita strutturale.

D. – Dunque, si tratta di una crescita fragile...

R. – Stiamo parlando di medie statistiche; stiamo parlando di indici macro-economici; quando poi andiamo agli indici micro-economici, cioè alla vita quotidiana di ogni cittadino latinoamericano, alla tasca di ogni famiglia, e andiamo a verificare la distribuzione di questa ricchezza momentanea, veniamo a scoprire che l’America Latina, tra tutti i continenti del mondo, è quello dove c’è maggiore iniquità sociale. C’è, cioè, una grande concentrazione di enormi ricchezze nelle mani di poche persone.

D. – Come si sta evolvendo il ceto medio sudamericano?

R. – E' un ceto che si sta impoverendo molto. Tante persone perdono la loro capacità di acquisto, il loro livello di consumo, il loro benessere e vanno ad ingrossare le file dei poveri. Questo è un altro problema, perché lì dove c’è iniquità sociale prima o dopo scoppiano le bombe ad orologeria, cioè i conflitti sociali, come vediamo in questi giorni in Cile …

D. – Quindi, si stanno creando condizioni potenzialmente pericolose, a livello sociale...

R. – Tant’è vero che i presidenti latinoamericani di diversi coordinamenti regionali, che si sono riuniti in queste ultime settimane, hanno parlato – seguendo una proposta della presidente dell’Argentina, signora Cristina Fernández de Kirchner, di muoversi per “blindare l’America Latina”: “Dobbiamo agire per blindare le nostre economie, affinché non vengano contagiate dalla crisi economica internazionale”. Blindarle significa vedere come si possa evitare il contagio; vuol dire che i governanti latinoamericani sono consapevoli del fatto che questo contagio non solo è possibile, ma assolutamente probabile!

D. – Immaginiamo una lista di Paesi latinoamericani da un punto di vista economico: chi collochiamo nelle ultime posizioni?

R. – Nelle ultime posizioni naturalmente Haiti e gran parte delle Nazioni del Centroamerica; poi, ci sono anche – nel caso dell’America del Sud – il problema della crescita in Uruguay, in Paraguay, un po’ meno in Bolivia … e poi, ci sono tutti gli altri Paesi virtuosi, come il Cile, l’Argentina, la Colombia, il Venezuela stesso … che però sono virtuosi con tutti i limiti che ho detto prima! (gf)







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