Diecimila firme per la restituzione di una chiesa ai cattolici ucraini
Più di diecimila firme a Sebastopoli, in Ucraina, a favore della restituzione ai fedeli
cattolici della chiesa dedicata a San Clemente I: è il grande risultato della campagna
di informazione promossa a luglio dalla locale comunità cattolica, riferito — secondo
quanto riporta il "Religious information service of Ukraine" ripreso dall’Osservatore
Romano — da padre Yurii Ziminskyi, decano dei sacerdoti presenti nella città della
Crimea. Duemila adesioni sono venute da ospiti e stranieri, le restanti da residenti,
e l’opinione degli abitanti di Sebastopoli, ha spiegato padre Ziminskyi, "è molto
importante per no". L’obiettivo era far capire alla gente che, fino al 1936, fino
cioè alla confisca operata durante il regime staliniano, al posto del cinema "Amicizia",
che occupa gran parte dell’edificio, c’era la chiesa di San Clemente. Proprio nel
cinema, i parrocchiani hanno creato un piccolo padiglione dove hanno attaccato foto
della chiesa risalenti al periodo compreso fra il 1912 (anno della sua costruzione)
e il 1944 (anno in cui fu danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale).
Il padiglione ha inoltre ospitato la raccolta di firme per il completo ritorno del
luogo di culto alla Chiesa cattolica. Non è da ieri che la piccola comunità di rito
latino si batte, con piene ragioni, per riavere San Clemente. La chiesa, circa dieci
anni fa, è stata infatti restituita ai cattolici con un decreto del presidente della
Repubblica, ma le autorità locali sembrano non riconoscere il provvedimento e continuano
a utilizzare l’edificio per altre attività, costringendo i cattolici a celebrare il
Natale e la Pasqua per strada, davanti al cinema.