Tre giorni alla Gmg, Benedetto XVI porta nel cuore difficoltà e aspirazioni dei giovani
“La Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a
ciascuno di noi la via verso il futuro”: era il 24 aprile del 2005, quando Benedetto
XVI pronunciava in Piazza San Pietro queste parole nella Messa di inizio Pontificato.
Da allora, il Papa ha intessuto un rapporto speciale con i giovani, in continuità
con il suo amato predecessore. Colonia, Sydney, ora Madrid - mancano appena tre giorni
- e all’orizzonte Rio de Janeiro, le Gmg di Benedetto XVI che in ogni suo viaggio,
internazionale o italiano, ha voluto riservare uno spazio all’incontro con la gioventù.
Riviviamo alcuni di questi momenti nel servizio di Alessandro Gisotti:
Arrendetevi
all’amore di Gesù, l’Amico che non delude mai: è l’esortazione che Benedetto XVI ripete
ai giovani in un tempo segnato dall’incertezza, in cui non mancano le difficoltà anche
in quei Paesi tradizionalmente considerati ricchi. Il Papa rivolge il pensiero ai
giovani, si fa vicino alle loro inquietudini:
“I giovani, in particolare,
che dopo anni di preparazione non vedono sbocchi lavorativi e possibilità di inserimento
sociale e di progettazione del futuro, si sentono spesso delusi e sono tentati di
rifiutare la stessa società (...) E’ urgente che, pur nel difficile momento, si faccia
ogni sforzo per promuovere politiche occupazionali, che possano garantire un lavoro
e un sostentamento dignitoso, condizione indispensabile per dare vita a nuove famiglie”
(Udienza agli amministratori del Lazio, 14 gennaio 2011)
La gioventù,
osserva il Papa, “ha ancora tutto il futuro davanti a sé”:
“Tutto
è futuro, tempo di speranza. E il futuro è pieno di promesse. Ad essere sinceri, dobbiamo
dire che per molti il futuro è anche oscuro, pieno di minacce. Ci si domanda: ‘Troverò
un posto di lavoro? Troverò una casa? Troverò l’amore? Quale sarà il mio vero futuro?’
E davanti a queste minacce il futuro può anche apparire come un grande vuoto” (Incontro
con i giovani, Genova 18 maggio 2008)
Ma l’incontro con Cristo riempie
questo vuoto. E il Papa invita i giovani che hanno incontrato il Signore ad annunciare
la bellezza del Vangelo ai loro coetanei:
“Andate, carissimi giovani,
negli ambienti di vita, nelle vostre parrocchie, nei quartieri più difficili, nelle
strade! Annunciate Cristo Signore, speranza del mondo (…) state uniti tra voi, aiutatevi
a vivere e a crescere nella fede e nella vita cristiana, per poter essere testimoni
arditi del Signore. State uniti, ma non rinchiusi. Siate umili, ma non pavidi. Siate
semplici, ma non ingenui” (Incontro con i giovani, Genova 18 maggio 2008)
“Vivere
e non vivacchiare”, il Papa ripete le parole di Piergiorgio Frassati e, con il giovane
Beato, invita i ragazzi a scegliere “ciò che è essenziale nella vita”:
“Oggi
viviamo in un contesto culturale che non favorisce rapporti umani profondi e disinteressati,
ma, al contrario, induce spesso a chiudersi in se stessi, all’individualismo, a lasciar
prevalere l’egoismo che c’è nell’uomo. Ma il cuore di un giovane è per natura sensibile
all’amore vero. Perciò mi rivolgo con grande fiducia a ciascuno di voi e vi dico:
non è facile fare della vostra vita qualcosa di bello e di grande, è impegnativo,
ma con Cristo tutto è possibile!” (Incontro con i giovani a Torino, 2 maggio 2010)
In
Cristo, ribadisce il Papa, i giovani possono “trovare le risposte alle domande” che
accompagnano il loro cammino. E così guardare con speranza alle sfide del futuro:
“Non
temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita,
perché il Signore vi accompagna, è con voi (…) non cedete a logiche individualistiche
ed egoistiche. Vi conforti la testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la
méta della Santità”. (Incontro con i giovani, visita a San Marino, 20 giugno 2011)