Siria. L'esercito spara ancora sui civili: almeno 10 morti
Almeno dieci persone sono morte oggi in Siria nelle manifestazioni antiregime organizzate
in diverse citta'. Come tutti i venerdi' dallo scorso 15 marzo, i dimostranti si sono
riuniti dopo gli appelli lanciati su Facebook sotto lo slogan della settimana,
''Noi non ci sottomettiamo che a Dio''. Ma le forze di sicurezza siriane anche
stavolta non hanno esitato ad aprire il fuoco sulla folla uccidendo un uomo a Homs,
cinque a Douma, uno ad Hama. Vittime anche a Saqba, alla periferia di Damasco, e a
Khan Sheikhoun, nella provincia di Idleb. La crescente pressione internazionale e
la condanna delle violenze non ha tuttavia fin qui piegato il regime del presidente
Bashar al-Assad. Ieri le autorita' hanno arrestato a Damasco il presidente della Lega
Siriana per i diritti umani, Abdel Karim Rihaoui, militante molto attivo e fonte di
informazioni per i giornalisti stranieri, la cui liberta' di movimento nel paese e'
limitata. Francia e Italia hanno fatto appello per il rilascio immediato dell'attivista,
mentre gli Stati Uniti, tramite il loro ambasciatore a Damasco, hanno minacciato il
regime di nuove sanzioni se non porra' fine alla repressione contro i civili. Secondo
un nuovo bilancio fornito dalle organizzazioni non governative, dall'inizio delle
rivolte cinque mesi fa sarebbero morti almeno 1.800 civili.