Mercati ancora instabili mentre da Italia e Francia si aspettano riforme sul debito
L’attenzione resta puntata sulle Borse internazionali: quelle asiatiche hanno concluso
la giornata all’insegna del contenimento delle perdite iniziali, mentre quelle europee
restano altalenanti. Solo ieri, bruciati 174 miliardi di euro, con Wall Street in
pesante ribasso. Eugenio Bonanata:
In attesa
degli sviluppi dell’odierna giornata finanziaria entra in gioco la politica. E’ chiamata
ad illustrare le misure anticrisi in vista del pareggio anticipato dei conti pubblici
al 2013: un obiettivo chiesto dall’Europa e da inserire esplicitamente nella Costituzione.
A questo pensa la Francia, alle prese con lo spettro del declassamento, con il presidente
Sarkozy che ha fissato un vertice straordinario nei prossimi giorni per formalizzare
le decisioni antideficit. Sulla stessa linea anche l’Italia. Il ministro dell’Economia
Tremonti stamani ha anticipato alcuni punti della nuova manovra correttiva contenuti
nel decreto che sarà presentato nel Consiglio dei ministri del prossimo 16 agosto.
Si va dai tagli agli stipendi degli statali, alla riduzione dei costi della politica
fino alla tassazione sulle rendite. Necessario anche il ridimensionamento dei costi
degli enti locali, tema centrale dell’incontro di domani tra governo, regioni e province.
Critiche le opposizioni, mentre il presidente della Repubblica, Napolitano, rientrato
in anticipo dalle vacanze, oggi incontra il premier Berlusconi. La preoccupazione
resta protagonista anche negli Stati Uniti, dove ieri, al termine della giornata nera
di Wall Street, Obama ha avuto un faccia a faccia sulla crisi con il presidente della
Fed (Federal Reserve), Bernanke.
La Banca Centrale Europea ha esortato
Italia e Spagna ad accelerare sulla strada delle riforme fiscali e strutturali, ricordando
che la ripresa italiana è ancora in ritardo rispetto agli altri Paesi vicini. Inoltre,
nel suo bollettino mensile diffuso in mattinata, l’istituto di Francoforte ha previsto
un rallentamento della crescita nei prossimi mesi in tutta l’eurozona, l’aumento dei
tassi di interesse e il rialzo dell’inflazione. Sulle prospettive di intervento in
Europa, Eugenio Bonanata ha intervistato Luigi Campiglio, docente di
politica economia alla Cattolica di Milano:
R. – L’Europa
è molto diversificata; obiettivamente, noi siamo un pochino più fragili rispetto –
ad esempio – a situazioni come quella in Francia in cui tagli ci saranno, ma tutto
questo avviene all’interno di un quadro di sicurezza sociale, di “welfare state”,
se così lo si vuole chiamare, già molto ben strutturato e definito. La Francia sarebbe
capace di assorbire molto meglio, rispetto a quanto potrebbe avvenire in Italia, le
conseguenze di manovre restrittive e la loro distribuzione per grandi gruppi sociali.
D.
– La Banca centrale europea torna a raccomandare ai governi le riforme …
R.
– Bè, noi abbiamo bisogno di riforme come del pane: ad esempio, il welfare intorno
alla famiglia, nel caso italiano, è quasi inesistente, rispetto a quello francese,
e questo – devo dire – fa molto la differenza! Riforme, certamente, ma riforme che
siano improntate anche ad uno spirito genuino di collettività nazionale, quindi dello
stare uniti, dello stare insieme e del dare sicurezze …
D. – Bisogna
anticipare il pareggio di bilancio al 2013: questo chiede l’Europa …
R.
– L’idea di pareggio certamente va accolta, ma è un’idea che non deve tagliare, nemmeno
involontariamente, la possibilità di manovre di breve periodo in congiunture come
– per l’appunto – quelle che stiamo attraversando.
D. – In Italia, come
in Francia, si parla di “manovre correttive” …
R. – Certamente, in un
momento di “emergenza”, posso capire che si adottino misure altrettanto di emergenza.
Ma occorre fermarsi un momento a riflettere su quello che sta avvenendo: sta avvenendo
qualcosa che ci segnala un problema oggettivo di difficoltà di funzionamento delle
democrazie, in particolare sul piano economico, della democrazia italiana, perché
siamo in una situazione in cui sostanzialmente veniamo etero-diretti e da Francoforte,
in un modo poco convenzionale, e dai mercati finanziari. I mercati finanziari, in
questo momento, tutto sono fuorché un esempio di ordine. La volatilità dei mercati
è lì a dimostrare che nemmeno loro sanno bene dove andare. (gf)