In Siria le forze di sicurezza hanno commesso “errori”. Lo ha riconosciuto lo stesso
presidente siriano, Bashar al Assad, mentre il Consiglio di sicurezza dell’ONU - sebbene
diviso sulle misure da intraprendere - è tornato a chiedere lo stop delle violenze.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha ricordato che fino ad
ora nel Paese si contano almeno 2mila morti, 13mila prigionieri e 3mila scomparsi.
Ma, di fatto, sul terreno prosegue la repressione. Marina Calculli: