Il Papa all'udienza generale: Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare.
Testo integrale
“Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare”: è quanto ha detto il Papa
oggi durante l’udienza generale a Castel Gandolfo. Di seguito il testo della catechesi:
Cari
fratelli e sorelle!
In ogni epoca, uomini e donne che hanno consacrato
la loro vita a Dio nella preghiera – come i monaci e le monache – hanno stabilito
le loro comunità in luoghi particolarmente belli, nelle campagne, sulle colline, nelle
valli montane, in riva ai laghi o al mare, o addirittura su piccole isole. Questi
luoghi uniscono due elementi molto importanti per la vita contemplativa: la bellezza
del creato, che rimanda a quella del Creatore, e il silenzio, garantito dalla lontananza
rispetto alle città e alle grandi vie di comunicazione. Il silenzio è la condizione
ambientale che meglio favorisce il raccoglimento, l’ascolto di Dio, la meditazione.
Già il fatto stesso di gustare il silenzio, di lasciarsi, per così dire, “riempire”
dal silenzio, ci predispone alla preghiera. Il grande profeta Elia, sul monte Oreb
– cioè il Sinai – assistette a un turbine di vento, poi a un terremoto, e infine a
lampi di fuoco, ma non riconobbe in essi la voce di Dio; la riconobbe invece in una
brezza leggera (cfr 1 Re 19,11-13). Dio parla nel silenzio, ma bisogna saperlo ascoltare.
Per questo i monasteri sono oasi in cui Dio parla all’umanità; e in essi si trova
il chiostro, luogo simbolico, perché è uno spazio chiuso, ma aperto verso il cielo.
Domani,
cari amici, faremo memoria di Santa Chiara di Assisi. Perciò mi piace ricordare una
di queste “oasi” dello spirito particolarmente care alla famiglia francescana e a
tutti i cristiani: il piccolo convento di San Damiano, situato poco al di sotto della
città di Assisi, in mezzo agli uliveti che digradano verso Santa Maria degli Angeli.
Presso quella chiesetta, che Francesco restaurò dopo la sua conversione, Chiara e
le prime compagne stabilirono la loro comunità, vivendo di preghiera e di piccoli
lavori. Si chiamavano le “Sorelle Povere”, e la loro “forma di vita” era la stessa
dei Frati Minori: “Osservare il santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo” (Regola
di S. Chiara, I, 2), conservando l’unione della scambievole carità (cfr ivi, X, 7)
e osservando in particolare la povertà e l’umiltà vissute da Gesù e dalla sua santissima
Madre (cfr ivi, XII, 13).
Il silenzio e la bellezza del luogo in cui
vive la comunità monastica – bellezza semplice e austera – costituiscono come un riflesso
dell’armonia spirituale che la comunità stessa cerca di realizzare. Il mondo è costellato
da queste oasi dello spirito, alcune molto antiche, particolarmente in Europa, altre
recenti, altre restaurate da nuove comunità. Guardando le cose in un’ottica spirituale,
questi luoghi dello spirito sono una struttura portante del mondo! E non è un caso
che molte persone, specialmente nei periodi di pausa, visitino questi luoghi e vi
si fermino per alcuni giorni: anche l’anima, grazie a Dio, ha le sue esigenze!
Ricordiamo,
dunque, Santa Chiara. Ma ricordiamo anche altre figure di Santi che ci richiamano
all’importanza di volgere lo sguardo alle “cose del cielo”, come Santa Edith Stein,
Teresa Benedetta della Croce, carmelitana, co-patrona d’Europa, celebrata ieri. E
oggi, 10 agosto, non possiamo dimenticare san Lorenzo, diacono e martire, con un augurio
speciale ai romani, che da sempre lo venerano quale uno dei loro patroni. E alla fine
rivolgiamo lo sguardo ora alla Vergine Maria, perché ci insegni ad amare il silenzio
e ad imparare la preghiera.