Libano: il Patriarca Raï chiede un patto nazionale per affrontare le sfide del Paese
La convocazione di una conferenza nazionale con il compito di redigere un nuovo patto
tra tutte le componenti religiose libanesi “che permetta al Paese di fare fronte alle
nuove sfide nel mondo arabo e a quelle della globalizzazione”. È quanto auspicato
domenica dal Patriarca dei Maroniti Béchara Boutros Raï che ha così rilanciato la
recente proposta del presidente Michel Suleiman per la riapertura di un tavolo di
dialogo tra le forze politiche libanesi, dopo l’insediamento a luglio del nuovo governo
sunnita guidato dal premier Najib Mikati. L’auspicio è stato formulato nel corso dell’omelia
domenicale pronunciata a Deir el-Qamar, seconda tappa di una visita pastorale del
Patriarca nella regione drusa dello Chouf. Alla celebrazione erano presenti diversi
esponenti politici e personalità pubbliche locali. Nell’omelia, ripresa dai quotidiani
libanesi "The Daily Star" e "L’Orient-le-jour", mons. Raï ha manifestato tutto il
suo sostegno agli sforzi messi in campo dal capo dello Stato “per rilanciare un dialogo
nazionale che ristabilisca la fiducia tra i dirigenti e i rappresentanti politici
e le diverse componenti della società libanese e che possa proteggere il Libano”.
Il Patriarca ha però espresso anche la speranza che tale dialogo si trasformi in qualcosa
di più ambizioso: una Conferenza nazionale che possa stabilire un nuovo Patto Nazionale
fondato su quello del 1943 e sul principio della coesistenza tra le diverse comunità
religiose ed etniche in Libano. All’appello del presidente Suleiman, le due coalizioni
rivali costituitesi all’indomani dell’assassinio di Hariri (il 14 febbraio 2005),
quella dell’8 marzo guidata da Hezbollah e la coalizione del 14 marzo guidata dal
“Movimento del Futuro” di Saad Hariri, hanno risposto ponendo delle pre-condizioni
finora inconciliabili. (L.Z.)