Libia: proseguono bombardamenti e scontri, scarseggiano viveri e benzina
Nuova giornata di bombardamenti e scontri in Libia, dove è giallo sulla sorte della
località di Bir Ghanam ad ottanta chilometri a sud di Tripoli. Secondo testimoni è
ancora in mano ai ribelli, ma il regime continua a negare. Nel Paese, intanto, “viveri
e benzina scarseggiano. A Tripoli comincia a mancare l'elettricità e diventa dunque
difficile conservare i generi alimentari che ci sono, soprattutto adesso che è estate.
Di conseguenza, i prezzi subiscono notevoli aumenti''. E' la denuncia lanciata dalla
Caritas italiana sottolineando che il lavoro della Chiesa locale ''va avanti grazie
soprattutto alle religiose rimaste nel Paese''. Da parte loro, gli insorti pensano
già al dopo-Gheddafi. Il Times ha pubblicato il piano di Bengasi in vista dell’esecutivo
di transizione. Il documento, di una settantina di pagine, si basa su un team di 10-15
mila uomini con il compito di garantire la sicurezza nella capitale e di assicurare
la cattura di figure chiave del regime. In merito Eugenio Bonanata ha raccolto
il commento di Ennio Di Nolfo esperto di Relazioni internazionali e docente
emerito all’Università di Firenze:
R. - Si può
credere agli insorti – chiamiamoli così – o non si deve credere a questi signori?
Il punto vero è che loro hanno bisogno di farsi credere, perché è l’unica maniera
che hanno per continuare ad ottenere quegli aiuti che finora sono scarseggiati. Da
dove vengono i cinque mila uomini che promettono di immettere sul campo come forza
di difesa, forza di polizia? Li fornisce la Francia, li fornisce la Gran Bretagna,
con i problemi finanziari che in questi giorni ci sono nel mondo? La Libia, che fino
ad un mese fa era una priorità nella vita internazionale, è ancora una priorità della
vita internazionale o i Paesi, i governi devono occuparsi di altre cose ben più urgenti
e ben più gravi? Io ricordo che un mese fa circa il governo francese aveva previsto
un’offensiva aspra e definitiva delle forze della Nato, che sarebbero riuscite entro
il 14 luglio a consentire a Sarkozy di celebrare la vittoria in Libia, durante la
parate per la festa nazionale francese. Ora, tutte queste parole messe insieme, sono
credibili o non sono credibili? Bisogna essere, allo stesso tempo, dubbiosi e speranzosi.
A me sembra che questo comitato di insorti sia un gruppo di persone piene di buona
volontà, ma non sono altrettanto realisti nel progettare il loro futuro.
D.
- La diplomazia internazionale ha fallito?
R. - Non definitivamente.
A tutt’oggi, la diplomazia internazionale ha parlato, ha blaterato - oserei dire -
tante cose, senza mai renderle credibili nei fatti. Gheddafi a questo punto dovrebbe
essere già stato processato, condannato, sepolto ... e non so bene che cosa da almeno
tre mesi, ma nulla di questo è accaduto: è chiaro che si tratta di una situazione
estremamente difficile, nella quale la diplomazia temo abbia altre priorità.
D.
- Siamo nell’ambito di una battaglia di propaganda?
R. - Credo di sì.
Credo proprio che siamo nell’ambito di una battaglia di propaganda e certamente oggi
nel mondo della comunicazione, nel mondo dei media, è impossibile considerare la propaganda
come un’arma inesistente. La propaganda è importante, fondamentale e le guerre si
vincono anche sul piano della propaganda. Se i ribelli riescono ad affermare davvero
che sono in grado di governare tutta la Libia, se hanno l’appoggio delle tribù interne,
allora la loro propaganda è efficace; in caso diverso, è l’ennesimo sforzo fatto per
ottenere qualcosa, non si sa bene che cosa. (ma)