Filippine, vescovi contrari al Reproductive Health Bill
Le misure previste dal Reproductive Health Bill sono palesemente irragionevoli riguardo
alla lotta alla povertà e non si tratta solo di una questione di carattere teologico.
I vescovi filippini – riferisce L’Osservatore Romano - tornano a far sentire la loro
voce per contestare il progetto di legge in discussione in Parlamento sulla salute
riproduttiva, che ha come obiettivo esplicito di ridurre le nascite per combattere
la povertà. Lo fanno attraverso le parole di mons. Juanito Figura, segretario generale
della Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp), il quale ha commentato il recente
intervento al Congresso di Manila della senatrice Mirian Defensor-Santiago. La senatrice,
rivolgendosi ai membri della Camera alta, aveva sottolineato che l’RH Bill rappresenta
la misura necessaria per proteggere le donne e i bambini da «un’indescrivibile povertà».
Nelle dichiarazioni riportate dal sito in rete della Conferenza episcopale filippina,
mons. Figura ha messo in chiaro che «quanto sostenuto dalla senatrice circa la lotta
alla povertà non ha nessuna connessione con quanto è invece previsto dal disegno di
legge». «Non riesco neppure a pensare — ha proseguito il segretario generale — come
si possa chiedere l’approvazione dell’RH Bill con motivazioni di questo genere. I
provvedimenti per combattere la povertà sono di competenza degli organi dell’Esecutivo
e per metterli in pratica non c’è alcun bisogno di un nuovo progetto legislativo.
La senatrice ha citato nell’intervento anche non meglio precisate "forze sociali d’oppressione".
I vescovi cattolici le hanno ormai identificate da lungo tempo e le hanno citate apertamente
nei loro documenti: la corruzione nell’amministrazione, l’ineguaglianza nella proprietà
della terra, l’ulteriore allargamento della differenza tra ricchi e poveri, l’aumento
della criminalità, la perdurante piaga della fame e del traffico di esseri umani.
Il segretario generale della Cbcp ha anche sottolineato di non riuscire a comprendere
come l’RH Bill, se fosse approvato, possa essere capace di combattere le «forze sociali
di oppressione». «Non riesco proprio a trovare alcuna connessione logica; posso provare
a pensare che l’RH Bill possa essere solo una piccola parte di un progetto più ampio
per lottare contro il male e per riparare le tante ingiustizie ancora presenti. Se
questo fosse vero, non vedo allora la necessità d’insistere sull’approvazione di provvedimenti
quali l’uso di fondi pubblici per l’acquisto e la distribuzione gratuita dei contraccettivi
artificiali che certo non contribuiscono alla difesa delle famiglie, anzi il loro
uso agevola la mercificazione dell’amore e costituisce una grave offesa alla dignità
umana». La campagna dei vescovi per sollecitare i cattolici filippini a opporsi all’approvazione
dell’RH Bill si avvale non solo delle strutture parrocchiali e di quelle delle varie
organizzazioni cattoliche ma anche dell’uso di mezzi universali di comunicazione.
Sui canali televisivi di varie emittenti filippine verranno trasmessi annunci informativi
su quanto di negativo verrebbe alle famiglie dall’eventuale approvazione dell’RH Bill
da parte dei membri del Congresso. La campagna contro l’approvazione dell’RH Bill
sarà condotta su tutti i media cercando di portare il messaggio in ogni ambito domestico.