2011-08-06 14:18:55

Il Movimento per la Vita: i dati sul calo degli aborti non prendono in considerazione la pillola del giorno dopo


Gli aborti in Italia sarebbero in calo: la diminuzione è stata del 2,7 per cento nel 2010 e di oltre il 50 per cento rispetto al picco di 234 mila casi registrato nel 1982. Lo afferma la relazione del ministro della Salute Fazio sulla legge 194, trasmessa in questi giorni al Parlamento. Il rapporto segnala, inoltre, un aumento dei medici obiettori di coscienza. Ma come leggere questi dati? Eugenio Bonanata ne ha parlato con Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita:RealAudioMP3

R. - Noi dubitiamo che gli aborti siano diminuiti. Il dato è quello ufficiale - cioè quello riferito dalle Regioni che ricevono i dati dagli ospedali e che li trasmettono al Ministero - ma c’è un aborto nuovo, neppure misurabile, perché talmente oscuro da non poter comunque emergere: ed è quello provocato dalle pillole del giorno dopo, dei cinque giorni dopo… Allora chi calcolerà mai il numero di vite che sono state perdute per questi prodotti? Le confezioni dei due prodotti commercializzati in Italia, di pillole del giorno dopo, sono state 380 mila nel 2010 ed è una menzogna dire che questi farmaci sono contraccettivi, sono in realtà eventualmente abortivi, nel senso che se il concepimento c’è stato impediscono l’annidamento in utero dell’embrione e quindi la prosecuzione della gravidanza.

D. - Quindi secondo lei questi dati non sono attendibili?

R. - Sono attendibili, ma bisogna conoscerne il limite. Il limite è che fanno riferimento soltanto agli aborti conoscibili, ma gli aborti inconoscibili non li possono sapere. E purtroppo una valutazione di massima, evidentemente presuntiva, ci dice che gli aborti provocati dalla sola pillola del giorno dopo, anche calcolando il 20% sulle 380 mila confezioni vendute nel 2010, sono circa 70 mila aborti che non vengono calcolati. Però, voglio sperare che ci sia davvero questa diminuzione degli aborti. Questo non è certamente dovuto alla legge, ma è avvenuto nonostante la legge cioè a causa di coloro che si oppongono alla legge e parlano di cultura della vita. La riprova è che nei Paesi che hanno una popolazione simile a quella italiana e leggi simili a quella italiana, come l’Inghilterra, la Francia e la Spagna, gli aborti sono in continua crescita. Penso che il lavoro della Chiesa e un pochino anche il lavoro del Movimento della Vita, sia in termini di assistenza, sia in termini di cultura, finisce per produrre un qualche effetto. Noi non siamo in grado di dire che non si può abortire, però diciamo che la vita è bella, che la vita va rispettata, siamo qui per aiutare e credo che questo abbia portato qualche effetto positivo.

D. - Cosa dire invece dell’aumento del numero di medici ginecologi, anestesisti, obiettori di coscienza?

R. - Questo è un dato confortante davvero, che conosciamo bene. Potrei fare nomi e cognomi di medici che dopo anni di pratica dell’aborto hanno fatto obiezione di coscienza perché non ne potevano più di vedere bambini uccisi. Questo ha portato ad una riflessione per cui non solo hanno fatto obiezione, ma alcuni di loro sono diventati dirigenti del Movimento per la Vita.

D. - Ecco, questa tendenza è particolarmente spiccata al sud…

R. - Sì, e questo credo sia appunto una conferma della cultura diffusa. Purtroppo il centro e anche il nord, sono aree nelle quali la cultura abortista ha fatto breccia. Noi facemmo anni fa un rapporto, un’indagine Doxa, tenendo conto di vari elementi e verificammo appunto che la cultura abortista è molto più diffusa nel centro Italia, poi nel nord, da ultimo nel sud e questo naturalmente produce i suoi effetti. (ma)







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