2011-08-06 08:23:54

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 19.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, cammina sulle acque del Lago di Tiberiade di fronte ai discepoli impauriti. Pietro lo segue, ma cominciando ad affondare grida verso il Signore. Gesù lo prende per mano e gli dice:

«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Gesù oggi si sottrae all’entusiasmo della folla, che ha appena mangiato il pane moltiplicato miracolosamente per la sazietà di tutti, e se ne va sul monte, in solitudine notturna, a intrecciare col Padre dialoghi misteriosi. Ma poi è anche in mezzo alle onde, mentre i suoi discepoli si affannano a lungo da soli per stare a galla. Paura e buio li rendono incapaci di riconoscere Gesù che, verso mattino, viene loro incontro, camminando sulle acque: e gridano impauriti. Pietro, al solito suo, si lancia in una specie di sfida: se davvero è il Maestro, e non un fantasma, allora deve fargli fare la stessa esperienza, camminare sopra le acque. Ma più che aggrapparsi al “vieni!” rassicurante di Gesù, Pietro teme l’agitarsi delle onde e sprofonda. La sua fede non è troppa, ma la mano del Signore è pronta a riprenderlo e metterlo al sicuro. “Uomo di poca fede”, è il dolce rimprovero di Gesù. Che spesso vale anche per noi: perché partiamo di slancio e poi per strada ci lasciamo prendere dalla paura. Come avvenne per Elia, il profeta della prima lettura di oggi, che sull’Oreb c’era arrivato proprio in fuga e non in pellegrinaggio: ma Dio si rivela anche là nel suono di una presenza dolce e sicura. Notte e paura non ci sono risparmiate come credenti: ma la mano del Signore è pronta ad afferrarci e trarci fuori, se lo invochiamo con fiducia.







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