2011-08-05 15:25:55

Siria: l'assedio continua ad Hama


Siria ancora nel sangue: epicentro della repressione è sempre Hama, completamente isolata dal resto del Paese. L'agenzia ufficiale siriana Sana scrive oggi che ''più di 20 militari sono stati uccisi'' in un attacco contro il club degli ufficiali. E l’esercito continua a presidiare la città e a sparare sui manifestanti impedendo la preghiera islamica del venerdì; secondo gli insorti sono almeno 30 i morti nelle ultime ore. Sullo sfondo resta il varo del decreto, firmato ieri dal presidente Assad, che apre al multipartitismo. Una mossa considerata tardiva e inutile dalle opposizioni. La nuova legge elettorale, nasconderebbe infatti troppe condizioni per ostacolare la formazione dei partiti. E ieri l’Unione Europea ha accolto con favore la firma della dichiarazione Onu con la quale si condannano le violenze. Camilla Spinelli ne ha parlato con Alessandro Politi, analista politico e strategico:RealAudioMP3

R. - Dal punto di vista pratico la dichiarazione non sposta assolutamente nulla. Dal punto di vista politico-diplomatico, invece, ognuno se la gira come vuole. Forse i tempi sono prematuri per tentare una risoluzione. L’opposizione di Russia e Cina è molto forte, ma è tradizionale, non è nulla di sorprendente.

D. - Ieri il presidente siriano, Assad, ha firmato il decreto sul multipartitismo. Che significato può avere, visto che comunque le repressioni continuano?

R. - E’ una legge che ha vigore immediato. D'altra parte c’è poi tutta una serie di clausole che limitano il multipartitismo: e intanto si continua a sparare sui cittadini.

D. - A questo punto, secondo lei, qual è lo scenario che si profila?

R. - Lo scenario voluto dal regime è quello di tenere duro con delle finte concessioni e nello stesso tempo di spaventare la popolazione. Lo scenario che rischia il regime, invece, è un suicidio al rallentatore. (vv)







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