Corno d'Africa. Appello della Fao: aiuti urgenti, la fame ha già ucciso decine di
migliaia di persone
La Fao, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha lanciato
oggi un nuovo appello alla comunità internazionale affinché s’intensifichino gli aiuti
per le popolazioni del Corno d’Africa. La carestia che si è abbattuta sulla regione
- afferma l'agenzia Onu - ha già provocato decine di migliaia di morti, ma gli stanziamenti
promessi dagli Stati affluiscono con il contagocce e le stesse organizzazioni regionali
come l’Unione Africana non riescono ad intervenire efficacemente. Sul pericolo che
la carestia possa ulteriormente aggravarsi colpendo aree sempre più vaste del Corno
d’Africa Stefano Leszczynski ha sentito Filippo Ortolani, coordinatore
nella regione dei programmi umanitari dell’Ong internazionale Oxfam.
R. – Questa
situazione sta colpendo principalmente in questo momento tre Paesi: Somalia, Kenya
ed Etiopia, ma sono coinvolte pure l’Eritrea, Gibuti e il Nord Uganda. Sto parlando
di 12 milioni di persone colpite, ma si prevede che nei prossimi mesi la situazione
possa peggiorare ulteriormente.
D. – Quello che sorprende è il fatto
che questa carestia non sia un evento improvviso. Come mai c’è stato poi questo ritardo
nell’avviare una macchina di aiuti umanitari?
R. – Questa siccità è
causata da un fenomeno meteorologico - e dal riscaldamento globale – chiamato la niña
e già dall’ottobre dell’anno scorso si sapeva che gli effetti sarebbero potuti essere
devastanti in alcune zone dell’Est Africa. Sorprende molto che molti governi e molte
agenzie delle Nazioni Unite si siano mosse con ritardo. Questo, purtroppo, denota
il sistema degli aiuti internazionali, che in qualche modo non funziona come dovrebbe.
D. – L’opinione pubblica internazionale è rimasta molto colpita dalla
situazione che si è verificata nel Corno d’Africa e ha dimostrato in un certo senso
una forte sensibilità attraverso le donazioni per gli interventi che vengono portati
avanti nella regione. A fare da contraltare c’è un impegno finanziario più scarso
da parte dei governi, nonostante le promesse...
R. – L’opinione pubblica
si è dimostrata particolarmente sensibile a queste tematiche. I governi, purtroppo,
stanno rispondendo, ma in maniera lenta e al di sotto delle aspettative. Per rispondere
in maniera adeguata a questa emergenza si parla di una necessità di un miliardo e
200 mila dollari e al momento c’è purtroppo un gap di circa 800 milioni di dollari.
Si parla di interventi di emergenza classici - distribuzione di cibo, distribuzione
di acqua, medicine - affinché il minor numero possibile di persone muoia. (ap)