2011-08-04 14:49:57

Pakistan. Due anni fa gli attacchi di Gojra, il ricordo di Aiuto alla Chiesa che soffre


Era il primo agosto 2009 quando una folla di circa tremila estremisti islamici invase e mise a ferro e fuoco il quartiere cristiano di Gojra, cittadina nella regione del Punjab pakistano. Il bilancio di quell’attacco fu la morte di otto persone, tra cui quattro donne e un bambino, e 20 feriti, nonché l’incendio di due chiese (che ora l’Opera di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre-Acs sta contribuendo a ricostruire) e di 150 edifici. “Una delle peggiori manifestazioni di odio anticristiano in Pakistan”, l’hanno definito due leader religiosi islamici del Paese che hanno chiesto pubblicamente scusa proprio nei giorni scorsi, quando il secondo anniversario di quella tragica notte è stato celebrato con una Messa di suffragio celebrata dal vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, cui hanno partecipato un centinaio di fedeli. Alla celebrazione è seguito un incontro in cui sono intervenuti anche il direttore di una madrassa, Israr Bihar Shah, e il capo di una moschea vicina, Hafiz Abdul Haui, che hanno puntato il dito contro il fanatismo religioso e condannato le azioni dei colpevoli, bollandole come “contrarie allo spirito dell’Islam”. “Hanno pronunciato frasi molto rilevanti che sicuramente influenzeranno gli altri fedeli – ha commentato con Acs padre Aftab James Paul, direttore della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Faisalabad – affermando che la religione islamica non accetta in alcun modo l’omicidio”. All’epoca, la violenza scaturì da un’accusa rivolta da alcuni leader religiosi islamici a tre cristiani, colpevoli di aver bruciato alcune pagine del Corano. Un’accusa infondata contro la quale si schierò immediatamente l’allora ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso in un attentato il 2 marzo scorso. (R.B.)







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