Conclusa ad Assisi la marcia francescana. Don Bonaiuto: ripartire dagli ultimi
Si è conclusa questa mattina la XXXI edizione della Marcia francescana sul tema “Le
vie del cuore”, organizzata dai Frati Minori d’Italia. Una Marcia che ha visto anche
la partecipazione di molti giovani in partenza per la Gmg di Madrid. Ieri sera, una
folla di giovani marciatori si sono ritrovati, nella piazza antistante la Basilica
Papale di Santa Maria degli Angeli, in una veglia di preghiera dal titolo “Nel cuore
di Dio, per essere saldi nella fede”. Ad Assisi c’era per noi, Alessandra De Gaetano:
Una serata
di ascolto e di invocazione, di canto e di silenzio, per continuare a festeggiare
la gioia del perdono ricevuto, sotto lo sguardo benevolo della Madonna degli Angeli.
Il protagonista è stato Gesù, il vero Amico con cui condividere il cammino della vita.
A fare da cornice sono state le parole di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II, lette
durante la veglia come segno di comunione con il Successore di Pietro, aderendo anche
al messaggio di San Francesco. E in attesa della 26.ma Giornata mondiale della gioventù
2011, che si terrà a Madrid e che vedrà la partecipazione anche dei giovani marciatori
francescani, è stata ricordata l’esortazione del Papa a costruire la propria casa
sulla roccia e a diventare adulti nella fede, ispirandosi alle vite dei santi e dei
martiri. E rappresentando idealmente l’impegno assunto, alcuni marciatori hanno posto
un mattone sulla Parola di Dio. Ma il momento culminante della veglia è stato la testimonianza
di don Aldo Buonaiuto, responsabile del servizio anti-sette della comunità Papa Giovanni
XXIII, che ha anche ricordato la figura del fondatore don Oreste Benzi. Benedetto
XVI lo definì “il grande infaticabile apostolo della carità”.
A don
Aldo Bonaiuto, Alessandra De Gaetano ha chiesto come oggi i giovani possano
davvero incontrare il prossimo e dare un senso forte alla propria vita:
R. – Partendo
dagli ultimi, dalle persone più disperate e oppresse, dai poveri e da coloro che quasi
chiedono scusa di esistere. Non pensiamo soltanto alle povertà materiali, perché oggi
quest’umanità è ferita profondamente da una solitudine: il cuore è profondamente solo
e isolato. I nostri giovani non hanno la capacità di relazionarsi: sembra che venga
data loro ogni cosa, mentre invece gli viene tolto tutto. Paradossalmente questa grande
emancipazione della comunicazione provoca omissione, silenzio, incapacità di dialogo
e quindi poi anche incapacità di conoscersi e di armarsi. Il cuore dell’uomo oggi
– possiamo dire - è veramente immerso, molto spesso, nelle tenebre di un mondo senza
Dio.
D. – Come interviene la Chiesa in queste realtà, per condurre questi
giovani al cuore secondo Dio e quindi libero e illuminato?
R. – La Chiesa
è un faro importante per questo mondo. La Chiesa è una barca sicura, dove l’uomo che
ha la fortuna, ha il dono, ha la vocazione di farne parte e di sentire che Gesù è
il Figlio di Dio, è il Salvatore del mondo, può trovare in questa Chiesa - fatta di
uomini peccatori, ma anche di santi e di persone che mettono la loro vita al servizio
del Vangelo per seguire Gesù fino in fondo - può trovare la vera gioia. E questo la
Chiesa annuncia: la vera gioia e quindi dare alle nuove generazioni il senso e il
gusto della vita, donando la vera libertà, che è la libertà di amare gratuitamente,
non per un profitto, ma soltanto per la gioia e la bellezza di amare.
D.
– Un messaggio, un auspicio per questi giovani marciatori che parteciperanno – alcuni
di loro – alla Giornata mondiale della Gioventù...
R. – Questi giovani
sono veramente la speranza per tanti altri giovani qualora non si fermeranno all’esperienza
in sé, ma porteranno questa esperienza dando frutto e cercando poi di comunicare questo
dono della fede ai propri coetanei. Noi camminiamo proprio così, per trapianto vitale:
mettere la vita con la vita degli altri, questa vita sana che per noi è in Cristo,
la più bella, che può essere trasmessa e quando viene trasmessa la vita in Cristo
tutto si trasforma e possiamo fare nuove tutte le cose. Così il Papa che ci aspetta
tutti a Madrid non è il Papa come istituzione, ma è quel padre, apostolo e Vicario
di Cristo, che vuole insegnarci e segnalarci la vera via che dà questa vita. (mg)