2011-08-03 15:04:53

Siria: carri armati in piazza ad Hama dopo una notte di bombardamenti


Fonti ufficiali siriane accusano ''gruppi terroristi armati" di avere rapito due agenti di polizia e di avere dato l'assalto a sedi di istituzioni pubbliche di Hama. Questa dunque la versione ufficiale degli episodi di violenza che proseguono per le strade di Hama, la città protagonista delle proteste contro il presidente Assad. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

La repressione continua: carri armati dell'esercito siriano hanno occupato la centrale piazza Oronto ad Hama dopo aver pesantemente bombardato la città per la terza notte consecutiva. Dunque oggi è piena di carri armati la piazza che è stata teatro delle più massicce manifestazioni in città dall'inizio delle proteste contro il regime di Bashar al Assad circa cinque mesi fa. Secondo testimonianze in loco, i bombardamenti hanno colpito il quartiere di al-Hader, lo stesso in gran parte raso al suolo nell'attacco del regime nel 1982 in cui almeno 20mila persone rimasero uccise. Intanto, è ancora stallo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, diviso su una risoluzione di condanna del regime di Damasco. Secondo fonti diplomatiche si sarebbero registrati dei progressi nei negoziati, ma resta lontano l'accordo tra i quindici membri del Consiglio: Washington e Bruxelles sono a favore di una condanna, mentre Cina e Russia sono pronte a bloccare ogni risoluzione in questo senso.

Nato propone tregua in Libia per Ramadan. Missile verso nave italiana
Se il regime libico fermerà la sua offensiva durante il Ramadan, la Nato metterà uno stop alle bombe: l'offerta arriva oggi dal quartier generale dell'Alleanza, nel giorno in cui gli Usa fanno pressione sui ribelli chiedendo loro di agire per superare il momento critico creatosi dopo l'assassinio del loro comandante militare Younes. Nel generale stallo sui due fronti della guerra civile, nelle ultime ore si è combattuto per il controllo della strategica cittadina di Zliten, 160 km a est di Tripoli. E c’è da dire che si è appreso poco fa che stamane un missile è stato lanciato dalla Libia contro la nave della Marina militare "Bersagliere", che incrocia a largo delle coste libiche. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha spiegato che a due chilometri dalla fregata "Bersagliere al largo delle coste libiche e' stata segnalata dai radar la traccia di un missile caduto in mare'' aggiungendo che poteva essere un missile libico o anche un missile antiaereo caduto poi in mare. La memoria va al 1986, ai missili Scud lanciati contro l'isola di Lampedusa come rappresaglia al bombardamento aereo americano contro Tripoli. Intanto, una fonte dell'amministrazione Usa citata da Cnn rivela che le divisioni interne al fronte dei ribelli rappresentano un vero e proprio “dilemma” per Barack Obama, a poco più di due settimane dal riconoscimento formale del Cnt e alla vigilia di una serie di passi che consentiranno ai ribelli di riappropriarsi dei fondi congelati, tra i quali circa 13 milioni di dollari depositati sul conto dell'ambasciata libica in Usa, chiusa il marzo scorso dalle autorità statunitensi, e che i ribelli hanno chiesto formalmente di riaprire. Ma su questo punto, Mosca sottolinea che qualsiasi operazione riguardante gli asset libici di Gheddafi congelati all'estero richiede l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Tre morti per una bomba contro negozio di alcolici a Baghdad
Tre agenti di polizia sono rimasti uccisi e altre 15 persone, tra le quali sette civili, sono rimaste ferite nell'esplosione di una bomba contro un negozio che vendeva alcolici a Baghdad, secondo quanto riferisce l'agenzia irachena Aswat al Iraq. “L'attentato è avvenuto nel sobborgo meridionale di al Risala”, ha precisato una fonte dei servizi si sicurezza. Un altro agente di polizia era rimasto ucciso il 28 luglio a Kasra, quartiere nel nord di Baghdad, quando un'autobomba era stata fatta esplodere davanti a un gruppo di negozi di bevande alcoliche.

Ribadito impegno comune nel quarto incontro tra Usa, Pakistan e Afghanistan
Stati Uniti e Pakistan appoggiano gli sforzi dell'Afghanistan per avviare un processo di pace che metta fine al conflitto in corso nel Paese. Lo ha dichiarato l'inviato speciale americano nella regione, Marc Grossman. Nel corso di una conferenza stampa ieri sera al termine della quarta riunione del Gruppo di lavoro trilaterale (Usa, Pakistan e Afghanistan) svoltasi nella capitale pachistana, Grossman ha assicurato che Washington continuerà il suo impegno a lungo termine e gli investimenti nella regione. Alludendo alle difficoltà diplomatiche registrate nelle relazioni americano-pachistane a seguito del blitz che ha portato all'uccisione di Osama bin Laden ad Abbottabad il 2 maggio scorso di cui Islamabad era all'oscuro, l'inviato statunitense ha osservato che “alti e bassi sono una cosa normale in diplomazia” aggiungendo che Usa e Pakistan hanno “interessi condivisi che li spingono ad agire insieme”. Tali interessi condivisi, ha precisato, sono “il contrasto del terrorismo ed il sostegno al processo di pace concepito e gestito dall'Afghanistan”. La prossima riunione del Gruppo di lavoro trilaterale si terrà in novembre, mentre a dicembre si svolgerà a Bonn una Conferenza internazionale sull'Afghanistan.

Medio Oriente: Anp annuncia elezioni municipali il 22 ottobre
La Commissione Elettorale Centrale (Cec) dell'Autorità nazionale palestinese, guidata da Al Fatah, ha annunciato che elezioni municipali saranno indette il 22 ottobre prossimo solo in Cisgiordania e che i risultati della consultazione saranno annunciati 24 ore dopo la chiusura delle urne. Lo ha riferito oggi l'agenzia palestinese Maan, secondo la quale il Cec ha incolpato Hamas per l'impossibilità di indire le elezioni anche nella Striscia di Gaza, dove questo movimento islamico esercita il potere di fatto. Il Cec ha detto che Hamas ha impedito ai suoi funzionari di svolgere i necessari preparativi per le elezioni nella Striscia. Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha replicato che l'accordo di riconciliazione dello scorso maggio tra Hamas e Al Fatah, le due maggiori fazioni rivali palestinesi, prevedeva una riforma del Cec che non è stata ancora attuata. Perciò “la Commissione non ha il potere di indire elezioni, Hamas non è stato consultato ed è quindi assolutamente normale che non accettiamo di darle la nostra cooperazione”. L'ultima volta che i palestinesi sono andati alle urne è stato per quelle legislative nel gennaio del 2006, vinte da Hamas con una maggioranza schiacciante.

Usa: l’accordo sul debito è legge dopo voto al Senato e firma di Obama
Alla fine il provvedimento che aumenta il tetto del debito Usa è arrivato sul tavolo del presidente Barack Obama che ha potuto firmarlo, mettendo così la parola fine ad una crisi che ha lasciato gli Stati Uniti per giorni con il fiato sospeso. Non sembra tuttavia averne tratto particolare beneficio Wall Street che ha chiuso con perdite oltre il 2%. Tiepido anche il riscontro delle agenzie di rating come Moody’s e Fitch che pur confermando l’affidabilità dei titoli Usa non danno in prospettiva un buon giudizio dell’economia americana. Il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

Il provvedimento che innalza il tetto del debito Usa e che inizia a risanare la finanza americana è finalmente legge. Dopo un voto in extremis del Senato, il Congresso americano ha potuto presentare la misura a Barack Obama, che l’ha firmata. Una firma arrivata giusto in tempo per evitare il default, senza un intervento legislativo, infatti, dalla mezzanotte di ieri gli Stati Uniti non sarebbero più stati in grado di pagare i loro conti. Il “sì” è stato accompagnato da un respiro di sollievo nazionale, dopo le tensioni delle ultime settimane, ma il compromesso avrà dei costi economici e sociali: tanto che ieri Wall Street ha subito di nuovo pesanti perdite. Dopo la prima fase di tagli, infatti, la spesa interna per gli Stati Uniti il prossimo anno scenderà ai minimi dai tempi di Eisenhower e molti programmi per la classe media e i poveri dovranno essere sacrificati. Pochi minuti dopo l’entrata in vigore della legge, Obama si è rivolto agli americani per spiegare: “Bisogna a tutti i costi evitare il default - ha detto - per continuare il lavoro per una crescita più veloce e nuovi posti di lavoro”.

Tensione tra Khartoum e Onu sulla missione in Darfur
Il governo sudanese ha minacciato ieri di porre fine alla missione di pace mista Onu-Unione Africana nel Darfur (Unamid) se sarà modificato il suo mandato, rinnovato venerdì scorso per un anno. In precedenza, ieri, Khartoum aveva denunciato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul rinnovo del mandato dell'Unamid perchè “contiene riferimenti negativi e obsoleti” che non riflettono la situazione sul terreno. Il Consiglio di sicurezza oltre a rinnovare il mandato dell'Unamid, aveva espresso “profonda inquietudine per il deterioramento della sicurezza in alcune zone del Darfur”. Il Ministero degli esteri sudanese aveva denunciato un “attacco deliberato” alla sovranità del Paese. L'Unamid è una delle più vaste operazioni dell'Onu, che vi partecipa con 23 mila militari e circa 4.000 dipendenti civili. Suo mandato è proteggere e aiutare i civili nella regione devastata dalla guerra civile, prevenire attacchi e sostenere l'attuazione dell'accordo di pace. Almeno 300 mila persone sono morte e un milione e 800 mila sono gli sfollati da quando nel 2003 è scoppiato il conflitto fra gruppi ribelli e il regime di Khartoum, secondo un bilancio dell'Onu.

Haiti resta senza candidato a premier mentre è emergenza maltempo
Haiti boccia la nomina a premier del giurista Bernard Gousse. Ieri il Senato ha votato contro l’ex ministro della giustizia proposto dal presidente haitiano, Michel Martelly, che ora dovrà scegliere un nuovo candidato. Sul Paese nel frattempo grava la minaccia della tempesta tropicale Emily, in arrivo anche sulla Repubblica Dominicana. Ad Haiti si teme soprattutto per centinaia di migliaia di persone che si trovano ancora in condizioni precarie dopo il disastroso terremoto del gennaio del 2010. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 215







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