Kenya. L’appello dei vescovi per la sicurezza alimentare
“Insieme, rendiamo sicura la nostra nazione”. È l’esortazione della Chiesa cattolica
del Kenya, contenuta in un messaggio della Commissione Giustizia e Pace, a firma del
presidente e del vicepresidente, rispettivamente mons. Zacchaeus Okoth e mons. Cornelius
Korir. Il documento è stato presentato nei giorni scorsi per ricordare le difficoltà
in cui versa la popolazione keniota. “La nostra nazione – si legge nel testo – si
trova attualmente di fronte alla siccità ed ad una grave insicurezza alimentare che
minacciano la vita di molti”. Per questo, i vescovi ricordano alle autorità che è
loro preciso dovere “osservare, rispettare, tutelare, promuovere ed adempiere ai diritti
e alle libertà fondamentali dei cittadini”, tra i quali rientra “il diritto al cibo,
nella giusta quantità e qualità”. “L’attuale dibattito parlamentare sulla sicurezza
alimentare – continua la nota – dovrebbe essere guidato dall’immediata necessità di
proteggere e promuovere la vita e la dignità umana”. Di qui, l’appello lanciato dalla
Chiesa del Kenya alla comunità internazionale e alle agenzie umanitarie perché siano
“solidali nell’assicurare che la popolazione non continuerà a soffrire la fame, grazie
agli aiuti economici e di prima necessità”. Il documento episcopale riporta poi le
indicazioni bancarie per effettuare donazioni da destinare al Paese. Tra gli altri
temi affrontati dalla nota dei vescovi, c’è quello della “responsabilità civile e
politica” del Paese, soprattutto in conseguenza della nuova Costituzione - approvata
con un referendum nell’agosto 2010, ma non ancora pienamente attuata - e in vista
delle elezioni generali fissate per il 2012. “Per evitare violenze e disordini, già
accaduti in passato, chiediamo a tutti i politici e a tutti i cittadini di dare testimonianza
di coesione nazionale - scrive Giustizia e Pace - concertando gli sforzi per aiutare
il Paese a realizzare la vera riconciliazione”. Dal canto suo, la Chiesa si è schierata
in prima linea nell’implementare “la pacifica convivenza”, la cui necessità è stata
ribadita anche nel Messaggio per la Quaresima, dedicato “alla trasformazione e alla
giustizia”. D’altronde, continua la dichiarazione episcopale, il Kenya si trova in
“una fase di transizione che richiede nuove strutture per assicurare, senza interruzione,
i servizi alla popolazione”. E quindi, “il Paese ha bisogno di linee guida legislative
che permettano la gestione del processo di transizione, evitando una crisi costituzionale”.
Di qui, l’invito della Conferenza episcopale locale a tutti i politici e i cittadini,
affinché guardino “all’unità” e “alla comprensione” reciproca. Centrale, allora, “l’educazione
civica della popolazione”: “È responsabilità dello Stato – scrivono i vescovi – educare
i cittadini ai valori nazionali e ai principi della governance e della democrazia”.
Un’operazione la cui necessità la Chiesa ha ribadito più volte, chiedendo di “accelerare
gli sforzi per assicurare che essa riesca nei tempi giusti ed evitando le manipolazioni
politiche”. Dal canto loro, i cittadini sono chiamati al diritto-dovere del voto,
in nome dei principi “della responsabilità e della partecipazione pubblica” dettati
dalla Costituzione. Infine, Giustizia e Pace auspica un maggior coinvolgimento delle
donne nella sfera politica e incoraggia i kenioti a “vagliare leader qualificati,
dall’alta integrità e statura morale, in grado di porsi a servizio del Paese”. (I.P.)