2011-08-03 15:14:04

Corno d'Africa: sono 13 milioni le persone colpite dalla carestia


Sono 13 milioni le persone colpite da siccità e carestia nel Corno d’Africa. Gli ultimi drammatici dati sono stati diffusi dal Programma Alimentare Mondiale, che ha iniziato la distribuzione di aiuti umanitari nell’area. E intanto, gli Stati Uniti, hanno annunciato l’intenzione di allentare le sanzioni imposte contro le milizie al-Shabaab per garantire l’arrivo dei generi di prima necessità in Somalia. Sulla situazione nel Corno d’Africa, Salvatore Sabatino ha intervistato Mario Raffaelli, presidente di Amref Italia, da oltre 50 anni presente nei Paesi colpiti da questa carestia.RealAudioMP3

R. - Le ultime notizie confermano la scala drammatica degli eventi legati alla siccità e soprattutto, in Somalia, legati alla difficoltà di poter far arrivare gli aiuti ovunque. Da un punto di vista della macchina degli aiuti, qualcosa finalmente si sta muovendo. Ovviamente c’è ancora una sproporzione fra quanto si riesce a fare e quanto sarebbe richiesto.

D. - C’è stata una riunione della Fao a Roma, la scorsa settimana, poi un incontro a Nairobi e la prossima settimana un nuovo incontro promosso dall’Unione Africana. La Comunità internazionale, secondo lei, si sta muovendo bene?

R. - L’incontro della Fao a Roma ha avuto poco più che impegni sul futuro e si è limitato a convocare il secondo incontro, a Nairobi, che a sua volta non è stato un incontro di nuovi impegni, ma di coordinamento e che ha prodotto questa terza riunione.

D. - Questa crisi va ad insistere su un Paese, la Somalia - maggiormente colpito dell’area - già piegato dall’instabilità interna. Può, secondo lei, paradossalmente, un’emergenza del genere aiutare il Paese ad uscire da questo tunnel?

R. - Come tutte le crisi, oltre al dramma c’è anche una nuova possibilità e, quindi se la crisi venisse affrontata in maniera adeguata potrebbe forse consentire di riprendere i fili di un processo che si è interrotto. Questo anche perché il dramma ha provocato una perdita di consenso da parte degli Shabaab, per il loro rifiuto nel consentire l’intervento delle organizzazioni non governative, e ha aperto delle contraddizioni al loro interno, per cui in molte parti si fanno degli accordi locali che consentono, invece, questo arrivo, contraddicendo la posizione generale. Ovviamente questo dovrebbe essere poi utilizzato politicamente, attraverso un intervento che non sarà di breve durata, perché l’emergenza durerà ancora dei mesi. E poi, soprattutto, bisognerà che questi interventi siano collegati ad una fase di ricostruzione successiva, altrimenti anche quando torneranno le piogge, la situazione sarà assolutamente endemica e quindi non reversibile. (ma)







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