In Pakistan ancora i danni delle alluvioni di un anno fa e il rischio di nuove
A un anno dalle devastanti alluvioni che hanno colpito il Pakistan, la situazione
rimane ancora disastrosa. Più di due milioni di persone vivono in aree a rischio di
nuove inondazioni a causa dei ritardi nella ricostruzione e 800 mila sono ancora senza
tetto. Camilla Spinelli ha intervistato Gabriele Carchella responsabile
ufficio stampa di Oxfam Italia, organizzazione internazionale impegnata in aiuto umanitario
e progetti di sviluppo:
R. – Ad un
anno dall’alluvione il Pakistan deve ancora affrontare una situazione di emergenza:
37 mila persone stanno ancora vivendo in campi di rifugiati ed in tutto il Paese sono
centinaia di migliaia le persone che non hanno un rifugio adeguato.
D.
– Si registra anche un forte ritardo nella ricostruzione delle infrastrutture, prime
fra tutte le scuole...
R. – Esiste un forte ritardo nelle infrastrutture
ma, in particolare, nella costruzione di tutte le misure che permettono una risposta
al disastro. Gli argini dei fiumi, i terrapieni non sono stati ricostruiti, soprattutto
nelle regioni che sono più a rischio di alluvione. O, se sono stati ricostruiti, sono
stati fatti non secondo le misure più opportune e non hanno quindi la capacità di
arginare una nuova ondata di alluvioni.
D. – Quali sono le cause di
questa situazione?
R. – E’ dovuta a diversi fattori. In parte al fatto
che i finanziamenti non sono stati ancora stanziati in maniera completa, e quindi
c’è ancora un buco rispetto all’appello delle Nazioni Unite, che avevano chiesto due
miliardi di dollari e che sono stati finanziati soltanto per il 70 per cento. E’ mancata,
però, anche una piena efficacia del governo pachistano nel rispondere a questa emergenza.
D.
– Che tipo di impegno portate avanti voi di Oxfam in Pakistan?
R. –
Oxfam si è occupata sia della primissima emergenza – e quindi di recuperare anche
le persone disperse -, sia di portare acqua pulita, dare un riparo agli sfollati e
assicurare loro misure sanitarie. Oxfam partecipa inoltre anche a programmi per la
riduzione del rischio delle alluvioni, collaborando quindi con partner ed autorità
locali. Secondo la Banca Mondiale il costo immediato della ricostruzione non è altissimo:
si parla di oltre 27 milioni di dollari. E’ sicuramente una cifra che può essere investita,
con il risultato di salvare molte vite.
D. – Oggi c’è il rischio di
rivivere l’emergenza di un anno fa?
R. – C’è una previsione delle Nazioni
Unite secondo la quale da due a cinque milioni di persone sono quest’anno a rischio
alluvione. Nonostante l’emergenza sia più o meno scomparsa dai media, la situazione
in Pakistan è molto simile a quella dell’anno scorso. (vv)