2011-07-30 15:18:08

Libia: giallo sull'uccisione del comandante militare degli insorti


In Libia continuano i raid dell’Alleanza atlantica su Tripoli e i combattimenti tra le truppe di Gheddafi e i ribelli. Intanto restano ancora oscure le circostanze della morte di Abdel Fatah Younes, capo di stato maggiore degli insorti, ucciso giovedì sera. Il servizio è di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Il Consiglio nazionale transitorio, organo di governo dell’opposizione, ha annunciato oggi l’apertura di un’inchiesta sulla morte del suo comandante militare, che prima di unirsi alla ribellione era stato ministro degli Interni di Gheddafi. Il capo delle milizie responsabili dell’omicidio, hanno detto le autorità di Bengasi, è già stato arrestato, ma si ignora chi abbia ordinato l’azione. In un primo momento gli insorti avevano denunciato un intervento “molto chiaro” di Gheddafi nell’accaduto: una seconda versione parla però di un’esecuzione dovuta a sospetti di tradimento, o a rivalità tra capi militari. Esecutori del regolamento di conti sarebbero stati gli stessi miliziani ribelli che stavano scortando Younes a Bengasi, dove avrebbe dovuto essere interrogato. Per il governo di Tripoli, invece, l’omicidio sarebbe da attribuire ad al Qaeda, che vorrebbe marcare la sua presenza in un territorio che, sostengono i fedelissimi del Rais, i ribelli non riescono a controllare. E secondo i lealisti sarebbero circa 190 gli insorti uccisi dall’esercito sul fronte occidentale negli ultimi giorni. Intanto tre ripetitori della televisione attraverso cui il Colonnello trasmette i suoi discorsi sono stati colpiti durante i bombardamenti della Nato. Raid a cui, da oggi, non parteciperà più la Norvegia, che ha ritirato, come già previsto da tempo, i sei aerei messi a disposizione dell’Alleanza.

Nel Paese, intanto ci si prepara, come nel resto del mondo musulmano, al Ramadan, il mese del digiuno islamico che verrà celebrato dal primo agosto. Sul significato del Ramadan in questo Paese martoriato dalla guerra, Cristiano Tinazzi ha raccolto la riflessione di mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli:RealAudioMP3

“La forza dell’esperienza del Ramadan, nel contesto della società arabo-musulmana, è un messaggio di speranza, e vedo attualmente nella società libica qualche segno di speranza, nonostante le lotte interne, nonostante le bombe, vedo questo messaggio che nasce proprio dalla fede di questa gente. La gente prega, ci sono persone che dicono: “padre, noi preghiamo, io so che lei prega, ma anche la nostra preghiera è ascoltata dal Signore”. Quindi, voglio dire che è la speranza quella che sostiene, nel cammino per poter risolvere questa situazione. Il libico ha sopportato troppo adesso, ha bisogno di riconciliarsi con i propri fratelli".







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