All'Aquila torna il Festival musicale "Le pietre che cantano"
Concerti, opera, allestimenti tecnologici, rarità e workshop con i giovani: torna
negli scenari artistici e incontaminati dei borghi aquilani il festival internazionale
“Le pietre che cantano” dal 1 al 20 agosto. La musica e la cultura si impegnano a
dare slancio progettuale alla ripresa del territorio disgregato dal sisma del 2009.
Sono coinvolte istituzioni artistiche locali e musicisti internazionali tra cui Nicola
Benedetti, Michele Campanella e il Quartetto di Cremona. Il servizio è di Gabriella
Ceraso:
Il Chiostro
di San Domenico all’Aquila, il Monastero di Santo Spirito a Ocre ma anche il Complesso
monumentale di Bominaco e poi Fontecchio e Tione. Tutta abruzzese la 12.ma edizione
delle Pietre che cantano, per contribuire ai restauri di questa terra, ma soprattutto
per evidenziarne la storia come anche gli studi innovativi ed i giovani talenti. La
direttrice artistica, Luisa Prayer:
“Se non si
conosce l’importanza di questo patrimonio artistico non si sentirà la necessità di
recuperarlo. L’altra azione che facciamo è quella di mettere in evidenza il tessuto
culturale, un tessuto fitto, innervato di contributi importanti che abbiamo voluto
sistemare in cartellone. Abbiamo anche voluto dare un’impronta ottimistica a questo
nostro programma, presentando un cartellone così ricco ed importante com’era fino
all’edizione precedente al sisma. Noi crediamo che la cultura sia alla base per la
ripresa e lo sviluppo”.
A segnare il rapporto con il passato di questa
terra, il Festival propone nove concerti, un’opera lirica ma soprattutto un’esclusiva:
domenica 14 agosto, nella Chiesa di Santa Maria Assunta, a Bominaco, una Passione
giullaresca su testo volgare del 1150, che per la prima volta porta in scena un Crocifisso
dagli arti snodabili:
“Un esempio molto originale di oggetto scenico,
perché questi Crocifissi vengono appunto usati per le rappresentazioni popolari. E’
realizzato dall’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila su modello di un Crocifisso
che è stato trovato a Fontecchio. Oltre a questo, lo spettacolo è stato costruito
con grande attenzione per la filologia e, nello stesso tempo, Lucilla Galeazzi e la
Compagnia Hora decima ne danno una versione molto fresca, suonando peraltro molti
strumenti medievali”.
I nomi di Michelangelo Lupone e di Enrico Blatti
danno invece la cifra della modernità delle proposte del Festival, dedicate alla tecnologia
contemporanea e alla pratica dell’improvvisazione, mentre un’intera sezione sarà dedicata
ai giovani. Ancora Luisa Prayer:
“Un altro degli spunti importanti per
progettare una ripresa è sicuramente quello di puntare sui giovani. Invito tutti a
tornare in Abruzzo, per dare coraggio anche alle persone che sono qui, per far sì
che non si sentano sole ma apprezzate in questa loro particolarità”.