India: diecimila persone in piazza a Delhi per i diritti dei Dalit
Oltre diecimila persone hanno marciato ieri nelle strade di Nuova Delhi per chiedere
al governo di garantire e difendere i diritti di tutti i Dalit. Alla marcia, che è
seguita a tre giorni di digiuno, hanno partecipato più di 50 arcivescovi e vescovi,
insieme a migliaia di religiosi e laici, cristiani e musulmani. “Io sono un Dalit
e soffro quello che voi soffrite”, ha dichiarato il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo
di Mumbai, presente alla manifestazione. Riferisce l'agenzia AsiaNews che il porporato
ha chiesto al governo indiano di includere i Dalit cristiani e musulmani nella lista
delle caste protette, al fine di evitare una “discriminazione clamorosa” e una violazione
della costituzione indiana. Tra i leader della protesta c’era anche l’arcivescovo
di New Delhi, mons. Vincent M. Concessao, che da trent’anni si occupa dei diritti
dei Dalit. “La nostra causa, che ci ha portato insieme a Delhi da tutto il Paese,
è una causa nazionale, ed è racchiusa chiaramente nel Preambolo della nostra costituzione
che proclama la sua visione in termini di giustizia, eguaglianza libertà e fraternità”,
ha detto il presule, “la giustizia è una causa dell’umanità. E’ la causa di Dio stesso,
come ci dice la Bibbia. Di conseguenza coloro che si oppongono alla giustizia, attivamente,
con l’inazione o con tattiche dilatorie, scavano la loro tomba. Non hanno bisogno
di avversari che li sconfiggano. Non importa quanto siano potenti re e regni e partiti
politici: quando compiono ingiustizie sulla gente inerme, cadono”, ha aggiunto mons.
Concessao, “e’ già accaduto in passato, e sta accadendo ora e accadrà in futuro perché
la giustizia è una richiesta basilare dell’umanità”. Secondo l’arcivescovo i partiti
religiosi indù non accetteranno mai che sia fatta giustizia per i Dalit, ma quasi
tutti gli altri partiti, sia nazionali che regionali, appoggeranno questa richiesta.
“Se il governo fa orecchie da mercante alle lacrime dei Dalit, Dio non lo farà”, ha
concluso il presule. (M.R.)