Corno d’Africa: l'Onu chiede nuovi fondi per affrontare l’emergenza siccità
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato ieri
un nuovo appello per far fronte all’emergenza siccità che sta devastando il Corno
d’Africa, causando l’esodo di migliaia di persone dalla Somalia ai Paesi confinanti.
Secondo le stime dell’agenzia delle Nazioni Unite, la somma necessaria per gestire
la crisi ammonterebbe a 145 milioni di dollari, quasi 9 milioni in più rispetto al
primo appello di inizio luglio. La nuova richiesta dell’Unhcr consentirebbe il potenziamento
delle operazioni di assistenza in Somalia e la consegna a circa 180 mila persone di
materiale umanitario, come teli di plastica, utensili da cucina, coperte, taniche
per l’acqua e biscotti ad alto contenuto energetico. La cifra stanziata sarà utilizzata
per la mappatura e il monitoraggio degli spostamenti di popolazione nelle aree di
Mogadiscio, della Somalia centrale e nelle zone al confine con Kenya ed Etiopia. “La
popolazione somala non ha mai avuto così bisogno di protezione e assistenza umanitaria
come oggi” ha dichiarato in un comunicato George Okoth-Obbo, direttore dell’ufficio
per l’Africa dell’Unhcr. “È imperativo che l’agenzia sia messa nelle condizioni di
potenziare le proprie attività umanitarie”, ha aggiunto il direttore “per fornire
protezione e altre fondamentali attività di assistenza d’emergenza alle persone che
si trovano in una situazione di rischio. Se contribuiremo ad evitare che le persone
non siano costrette a cercare sicurezza in un’altra area del Paese o fuori del Paese,
sarà solo uno sviluppo positivo”. L’Unchr ha ricevuto finora dai donatori 59 milioni
di dollari e ha distribuito kit d’emergenza a oltre 100 mila persone nelle regioni
meridionali e centrali della Somalia, mentre ulteriori aiuti sono attualmente in distribuzione
ad altre 114 mila persone nelle zone dove la siccità produce i suoi effetti più pesanti.
“Complessivamente l’Unhcr mira a raggiungere 400 mila persone che si trovano in disperato
bisogno di assistenza all’interno della Somalia”, ha dichiarato Bruno Geddo, rappresentante
in Somalia dell’Unhcr, “ciò allevierà la sofferenza di alcune delle persone più vulnerabili,
che non dispongono dei mezzi per spostarsi in cerca di assistenza”. Particolarmente
critica è la situazione a Dabaab, in Kenya, dove si trova un sovraffollato complesso
di campi di accoglienza e i rifugiati aumentano di oltre mille unità al giorno. Là
l’Unhcr ha realizzato un ponte aereo per il trasporto di migliaia di tende, mentre
nel campo etiope di Kobe, dove la malnutrizione rischia di colpire 25 mila persone,
l’agenzia fornisce alimentazione terapeutica ai bambini con meno di 5 anni e ha attivato
6 cliniche, alcune delle quali aperte 24 ore su 24. (M.R.)