2011-07-28 13:00:21

Stragi in Norvegia: istituita commissione d'inchiesta indipendente. Intervista con Helge Lurås


In Norvegia il governo ha annunciato ieri l'istituzione di una commissione di inchiesta indipendente sulle stragi del 22 luglio compiute da Anders Breivik, che hanno causato la morte di 76 persone. Nel Paese, adesso, secondo quanto riferiscono i media, regnano la psicosi di un nuovo atto terroristico e soprattutto la paura. Ieri la Stazione di Oslo è stata evacuata per un falso allarme bomba. Anna Charlotta Smeds, del Programma scandinavo della Radio Vaticana, ne ha parlato con Helge Lurås, consigliere presso l’Istituto norvegese di politica estera:RealAudioMP3

R. – My sense is that people is scared, that that is the prevalent feeling they have…
La mia sensazione non è che la gente abbia paura o che questo sia il sentimento prevalente, anche se ovviamente c’è una certa inquietudine, come di attesa per qualcosa che potrebbe ancora accadere. Sostanzialmente, è shock, dolore … molte persone non riescono a comprendere quello che è accaduto. E’ talmente al di fuori del comune modo di essere, che la gente fatica a elaborare questa tragedia. Ma anche qui, non bisogna generalizzare troppo: la gente reagisce in maniera differente. Io stesso ho la sensazione che molti hanno in realtà capito quello che è successo e stanno cercando risposte piuttosto che rassicurazioni emozionali. Sicuramente tutto questo avrà un impatto forte sulla società norvegese; quali saranno le conseguenze è troppo presto per dirlo; ma sicuramente l’impatto sarà forte.

D. – Secondo le attuali leggi sugli atti di terrorismo, Breivik dovrebbe essere condannato a un massimo di 21 anni, che salirebbero a 30 anni se fosse accusato di crimini contro l’umanità. Ma per molti norvegesi potrebbe apparire ancora poco. Potrebbe essere varata una nuova legge per colpire più duramente Breivik?

R. – This is a challenge to the Justice System in Norway…
Questa è certamente una sfida per il sistema giudiziario e politico norvegese. Credo che Breivik sarà trattato secondo la legge in vigore nel momento in cui ha compiuto la strage: questo è un principio saldo nella legge norvegese. Non è possibile avere una legge retroattiva. Ci si chiederà se le leggi norvegesi siano troppo indulgenti e se non sia il caso di prolungare la pena prevista di qualche anno, e probabilmente saranno introdotte nuove norme. Ma questo sarà un processo lento. E non credo che i detenuti avranno tempi più duri e condizioni più aspre. Il governo, certo, metterà in atto ogni mezzo possibile per infliggere a Breivik la punizione più grave possibile al fine di dare alla popolazione una sorta di “senso della giustizia”. E’ anche vero che, in realtà, nel sistema punitivo norvegese non c’è nulla che possa essere sufficientemente “severo” perché agli occhi dei norvegesi possa risultare che Breivik abbia pagato il prezzo giusto per i crimini commessi, che sono di una natura e di una gravità che non abbiamo mai visto negli ultimi decenni in Norvegia e credo nemmeno in Europa! (gf)







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