Stragi in Norvegia: istituita commissione d'inchiesta indipendente. Intervista con
Helge Lurås
In Norvegia il governo ha annunciato ieri l'istituzione di una commissione di inchiesta
indipendente sulle stragi del 22 luglio compiute da Anders Breivik, che hanno causato
la morte di 76 persone. Nel Paese, adesso, secondo quanto riferiscono i media, regnano
la psicosi di un nuovo atto terroristico e soprattutto la paura. Ieri la Stazione
di Oslo è stata evacuata per un falso allarme bomba. Anna Charlotta Smeds,
del Programma scandinavo della Radio Vaticana, ne ha parlato con Helge Lurås,
consigliere presso l’Istituto norvegese di politica estera:
R. – My sense
is that people is scared, that that is the prevalent feeling they have… La
mia sensazione non è che la gente abbia paura o che questo sia il sentimento prevalente,
anche se ovviamente c’è una certa inquietudine, come di attesa per qualcosa che potrebbe
ancora accadere. Sostanzialmente, è shock, dolore … molte persone non riescono a comprendere
quello che è accaduto. E’ talmente al di fuori del comune modo di essere, che la gente
fatica a elaborare questa tragedia. Ma anche qui, non bisogna generalizzare troppo:
la gente reagisce in maniera differente. Io stesso ho la sensazione che molti hanno
in realtà capito quello che è successo e stanno cercando risposte piuttosto che rassicurazioni
emozionali. Sicuramente tutto questo avrà un impatto forte sulla società norvegese;
quali saranno le conseguenze è troppo presto per dirlo; ma sicuramente l’impatto sarà
forte.
D. – Secondo le attuali leggi sugli atti di terrorismo, Breivik
dovrebbe essere condannato a un massimo di 21 anni, che salirebbero a 30 anni se fosse
accusato di crimini contro l’umanità. Ma per molti norvegesi potrebbe apparire ancora
poco. Potrebbe essere varata una nuova legge per colpire più duramente Breivik?
R.
– This is a challenge to the Justice System in Norway… Questa è certamente
una sfida per il sistema giudiziario e politico norvegese. Credo che Breivik sarà
trattato secondo la legge in vigore nel momento in cui ha compiuto la strage: questo
è un principio saldo nella legge norvegese. Non è possibile avere una legge retroattiva.
Ci si chiederà se le leggi norvegesi siano troppo indulgenti e se non sia il caso
di prolungare la pena prevista di qualche anno, e probabilmente saranno introdotte
nuove norme. Ma questo sarà un processo lento. E non credo che i detenuti avranno
tempi più duri e condizioni più aspre. Il governo, certo, metterà in atto ogni mezzo
possibile per infliggere a Breivik la punizione più grave possibile al fine di dare
alla popolazione una sorta di “senso della giustizia”. E’ anche vero che, in realtà,
nel sistema punitivo norvegese non c’è nulla che possa essere sufficientemente “severo”
perché agli occhi dei norvegesi possa risultare che Breivik abbia pagato il prezzo
giusto per i crimini commessi, che sono di una natura e di una gravità che non abbiamo
mai visto negli ultimi decenni in Norvegia e credo nemmeno in Europa! (gf)