I vescovi svizzeri: “la Chiesa non fa politica di parte, ma prende parte alla politica”
“La Chiesa cattolica non fa politica di parte, ma prende parte alla politica”, schierandosi
“con chi non ha voce” e per la dignità della vita di ogni essere umano, “da quella
appena concepita, a quella delle persone handicappate, dei malati, degli anziani o
ancora degli stranieri”. Questo il messaggio contenuto nella lettera pastorale preparata
dalla Conferenza episcopale svizzera (Ces) per la Festa nazionale della Confederazione,
il 1° agosto, e in vista delle elezioni federali del prossimo autunno. Il contenuto
della lettera, che sarà letta lunedì in tutte le parrocchie elvetiche, viene anticipato
dall’abate di Einsiedeln Martin Werlen in tre video – uno per lingua - disponibili
sul sito dei vescovi www.eveques.ch. “La Chiesa è politica” è appunto il titolo del
documento, a sottolineare l’importanza attribuita dalla Chiesa alla politica intesa
nel senso più alto del termine come perseguimento del bene comune a cui tutti i cristiani
sono chiamati a contribuire. “La Chiesa non possiede la soluzione”, ma con l’esperienza
che le deriva dalla sua dimensione globale “può aiutare a trovare buone soluzioni”,
afferma il testo: il suo obiettivo è di mettere l'essere umano al centro del dibattito
politico, ritenendo che lo sviluppo economico da solo non basti. I vescovi elvetici
precisano inoltre che “la Chiesa non è una società parallela”: essa vive tra gli uomini
fedele alla sua vocazione di servire da “lievito” della società umana. “Nel suo impegno
– continua la lettera - essa è tenuta a rendere conto non alle urne, bensì al Vangelo”
di Gesù Cristo. Al termine del video l’abate Werlen esprime la gratitudine dei vescovi
elvetici a tutti i fedeli che si impegnano nella vita politica nazionale, che partecipano
alle elezioni seguendo i dettami della propria coscienza, che si battono per trovare
le soluzioni migliori e a quanti pregano per il presente e il futuro del loro Paese.
(L.Z.)