Indonesia: leader cristiani e musulmani diffondono il seme della tolleranza fra i
giovani
Insegnare ai futuri sacerdoti il rispetto delle religioni e diffondere uno spirito
di dialogo fra cristiani e musulmani per fermare la crescita dell’estremismo nella
società. Sono alcune delle tematiche trattate al convegno sul pluralismo religioso
tenutosi lo scorso 23 luglio al seminario minore gesuita di San Pietro a Martoyudan,
a Central Java, in occasione del centenario dell’istituto. Padre Ignatius Sumaraya,
rettore dell’istituto, afferma all'agenzia AsiaNews che “il seme della tolleranza
è stato piantato nel seminario per permettere ai seminaristi di essere guidati nella
loro formazione dallo spirito della diversità nell’unità”. Per la prima volta nella
storia del seminario, il più importante dell’Indonesia, sono stati invitati diversi
esponenti e leader religiosi islamici e cristiani per parlare di problemi legati alla
società. Fra i relatori Zuhaeri Misrawi, della Nahdlatul Ulama (Nu), organizzazione
moderata islamica, Teguh Santosa, segretario generale del Muhammadiyah’s Youth Group,
secondo movimento dei giovani musulmani del Paese. Presenti anche Trias Kuncahyono,
ex seminarista e direttore del quotidiano cristiano Kompas Daily e Dr. Maryatmo, decano
della Catholic Atma Jaya University di Yogyakarta. Secondo i relatori l’Indonesia
è da anni vittima del settarismo religioso, che spesso sfocia in violenze fra musulmani,
cristiani, ahmadi e le centinaia di denominazioni e gruppi tribali animisti presenti
nel Paese. Gli attentati di Poso (Central Sulawesi) e delle Molucche avvenuti nel
2005 e i recenti attacchi contro le forze di polizie compiuti dagli estremisti islamici
Jamaah Ashrut Tauhid, sono il prodotto di questo clima, sfruttato dai gruppi terroristici
per scatenare di una comunità contro l’altra. I leader religiosi hanno sottolineato
che l’unico modo per fermare questa tendenza è diffondere fra i giovani uno spirito
di unità e tolleranza, attraverso la conoscenza e il rispetto reciproco. (R.P.)