Memoria dei Santi Gioacchino ed Anna. Il cardinale Comastri: le famiglie ritrovino
Dio
La Chiesa celebra oggi la memoria dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori della Beata
Vergine Maria. Una memoria particolarmente sentita nella parrocchia di Sant’Anna in
Vaticano, dove a mezzogiorno il cardinale Angelo Comastri, vicario generale
del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, ha presieduto la Messa con la recita
dell’Angelus, la supplica alla madre della Madonna e la preghiera per le famiglie.
Nel pomeriggio, alle 18, la celebrazione eucaristica dedicata ai nonni presieduta
dal cardinale Paolo Sardi. E sulle figure dei Santi Gioacchino ed Anna ascoltiamo
al microfono di Tiziana Campisi il cardinale Comastri:
R. - Noi
abbiamo pochissime notizie su Sant’Anna, come anche su San Gioacchino. Le uniche notizie
che si hanno le possiamo ricavare dalla figlia, Maria. Ecco, allora, la proposta che
io faccio: entriamo nella piccola casa di Nazareth ed ascoltiamo Maria mentre risponde
all’Angelo: “Eccomi”. Com’è sbocciato questo “Eccomi”? Evidentemente, in quell’ “Eccomi”,
c’è la grazia di Dio, c’è la libertà docile di Maria, ma c’è anche l’educazione che
ha ricevuto in famiglia. C’è l’educazione all’ascolto della voce di Dio, che Maria
ha preso da Sant’Anna e da San Gioacchino. In quell’ “Eccomi” meraviglioso c’è, in
qualche modo, il profumo della vita e della testimonianza di famiglia che Maria ha
respirato accanto a Sant’Anna ed accanto a San Gioacchino.
D. - La figura
di Sant’Anna ci porta dunque all’immagine della famiglia. In che modo, oggi, riaccostarsi
ai valori della famiglia, guardando alla figura di Sant’Anna ma anche a quella di
San Gioacchino?
R. - Oggi la famiglia è diventata un deserto. Possiamo
dire che molti figli crescono in case atee, dove non si respira affatto la presenza
di Dio. E quando manca Dio, manca la pace, l’armonia. Quando manca Dio, manca la fedeltà
ed anche una precisa scala di valori. L’esempio di San Gioacchino e di Sant’Anna deve
stimolare le famiglie di oggi a ritrovare la sorgente della gioia, della pace, della
bellezza della famiglia. Se la famiglia non ritrova Dio, se non ritrova quella pienezza
di Dio che si respirava nella casa di San Gioacchino e di Sant’Anna, non potrà dare
nulla ai figli. Potrà assicurare un po’ di benessere, che però non risolve il problema
del senso della vita, della gioia del cuore. I figli hanno bisogno di una testimonianza
di valori e di ideali autentici, ma prima di tutto hanno bisogno della testimonianza
del valore di Dio, che è la roccia su cui si può costruire la vita.
D.
- Famiglie e generazioni che si succedono. Se la famiglia è un po’ la base della società,
hanno un’importanza fondamentale i nonni…
R. - I nonni sono i custodi
della continuità, sono la presenza continua dell’affetto. Trasmettono la lampada della
sapienza della famiglia, la lampada dei valori della famiglia, dell’educazione che
si deve ricevere in famiglia. E se i nonni sono persone ricche della sapienza di Dio,
possono veramente trasmettere ai figli il segreto della vita ed anche la mappa della
vita che devono percorrere. Se noi vogliamo trasmettere ai figli e ai nipoti la luce
che illumina la vita, bisogna averla dentro e gli adulti devono porsi la domanda:
“Che responsabilità abbiamo noi, oggi, di fronte allo sbandamento dei figli, dei giovani?”.
Molto spesso, i giovani, più che lontani dalla fede sono allontanati o non avvicinati.
Questo è un esame di coscienza che dobbiamo fare tutti noi adulti. (vv)