La Marcia francescana ricorda l'ottavo centenario della consacrazione di Santa Chiara
d'Assisi
Continua in tutta Italia il pellegrinaggio della Marcia Francescana sul tema “Le vie
del cuore”, che approderà ad Assisi il 2 agosto, per la Solennità del Perdono. Oggi
300 marciatori dell’Umbria sono in ritiro presso il monastero delle Suore Clarisse
del Buon Gesù di Orvieto, in occasione dell’ottavo centenario della consacrazione
di Santa Chiara d'Assisi. Sulla eredità spirituale di questa santa, Alessandra
De Gaetano ha sentito la badessa, Madre Amata:
R. – Credo
che l’eredità spirituale di Chiara sia la testimonianza della sua fede e della sua
vita. Chiara vive la sua santità in una forma di vita che è l’altissima povertà e
la santa unità. Chiara, nella sua clausura, è una donna libera: la libertà, la gioia,
la sicurezza, l’amore è quello che cerca il cuore di ogni uomo e che Chiara ha trovato
in Dio, ha vissuto rispondendo con fedeltà al Signore e vivendo il Vangelo.
D.
– Anche il cammino contemplativo di clausura è, in un certo senso, un pellegrinaggio
del cuore …
R. – Lo è perché un cuore contemplativo è un cuore che si
immerge nei vasti sentieri della preghiera, e nella preghiera si incontra Dio, la
sua voce, la sua parola e si incontra anche l’uomo: l’uomo con il suo dolore, le sue
domande, il suo vuoto, le sue speranze … “Pellegrinaggio del cuore” significa anche
il cammino della conversione che è sempre un esodo che si vive tra debolezza e grazia,
un esodo che è l’uscita da sé, dal proprio egoismo per amare l’altro.
D.
– Quest’anno si festeggia l’ottavo centenario dalla consacrazione di Santa Chiara.
Cosa accadde la sera della Domenica delle Palme del 1211?
R. – Le fonti
ci dicono che in quella notte Chiara fuggì da casa aprendo una porta pesantissima,
che era chiamata la “porta del morto”, e arrivò alla Porziuncola dove fu accolta da
Francesco e dai suoi frati. Una soglia varcata che lascia alle spalle di Chiara un
passato, le sue ricchezze, la logica del mondo e la introduce – “pellegrina e forestiera”,
come Chiara stessa dice – alla sequela del suo Signore. L’“eccomi” di Chiara in quella
notte poi ha generato tanta vita, e quindi noi continuiamo con Chiara ad essere pellegrine,
destinatarie di questo dono e custodi grate e responsabili. (gf)