Vedere la morte con lo sguardo della fede: così il cardinale Bertone ai funerali del
fratello Paolo
La morte porta il dolore della separazione ma è ponte per l’incontro con Cristo: con
questa consapevolezza il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha pronunciato
l’Omelia ai funerali, stamane, nella Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore
in Romano Canavese, di suo fratello Paolo, scomparso a 81 anni dopo due anni di sofferenza
a causa di un ictus. Il cardinale Bertone ha ringraziato il Santo Padre che – ha detto
- “ha voluto, con un graditissimo messaggio e poi ancora con una telefonata personale,
assicurare la sua partecipazione spirituale alla liturgia funebre, e impartire a noi
la sua confortatrice Benedizione Apostolica”. Il servizio di Fausta Speranza:
Di fronte
alla morte il cardinale Bertone parla della “forza della vita che si nasconde
nella sofferenza”. Ricorda “uno sposo e un padre generoso, cittadino ricco
di amor di patria, animato da un forte senso del dovere, altruista verso tutti e pieno
di buon umore nelle sue relazioni, grande lavoratore pieno di energie”. “Quando è
sembrato che la malattia volesse annullare le emozioni e i sentimenti, - afferma -
è emersa in lui quella forza che fa l’uomo ancora più grande; la forza della vita
che si nasconde nella sofferenza”. “La morte è il suggello della promessa
di immortalità, fatta da Cristo nostro Salvatore; è un entrare nella pienezza della
vita, è un godere i frutti di una esistenza coerente, generosa e giusta, davanti agli
uomini e davanti a Dio”. “Come Gesù stesso ha testimoniato percorrendo fino in fondo
l’aspra salita sotto il peso della croce, la sofferenza – sottolinea il cardinale
Bertone - diventa feconda mediante la fede, al modo del chicco di grano morente nella
terra, per rinascere a vita nuova”. “Anche se dobbiamo riconoscere la fitta
del dolore per la separazione - afferma il cardinale Bertone - sappiamo che la morte
sigilla la meta del pellegrinaggio terreno, e fa da ponte per il grande incontro con
Cristo nella vita eterna”. “Vedere la morte con lo sguardo della fede, - sottolinea
- è l’ultimo atto di fede, di consenso, del cristiano che è vissuto di fede giorno
dopo giorno, nelle gioie e nelle avversità.” Accennando proprio alla vita di fede
del fratello Paolo, terzo di otto fratelli e sorelle, il cardinale Bertone si apre
al racconto più personale: “Paolo era un ex allievo di Don Bosco e la realtà
salesiana ha caratterizzato un po’ tutta la nostra famiglia educandoci ad una solida
esperienza sacramentale e infondendoci una ardente e filiale devozione mariana”. “Pur
nella sofferenza e nella incomunicabilità del suo stato, - confida il cardinale Bertone
- un sussulto, uno sguardo era sufficiente ai suoi cari per capire che aveva percepito,
che era presente, e per fargli sentire il loro affetto perseverante”. Per i bambini,
“da lui tanto amati”, “il tempo della sofferenza del nonno – dice - e la carica di
amore che lo ha circondato sono stati per loro una autentica scuola di vita, di fede
e di bontà”. L’invito per tutti è a rivolgersi con fiducia a Maria Consolatrice e
Ausiliatrice “che – dice il cardinale Bertone - per le tante volte in cui Paolo l’ha
supplicata di accompagnarlo nell’ora della morte, ora vorrà riconoscerlo come un suo
figlio devoto e con amore materno vorrà presentare la sua anima al cospetto di Dio”.
La comunità della Radio Vaticana esprime al cardinale Bertone sincere condoglianze
e si unisce di cuore alla preghiera a Maria.