Tensione oggi in Val di Susa intorno al cantiere della Maddalena dove sono in corso
i lavori della contestata tratta ferroviaria Torino-Lione. Ieri accanto a manifestazioni
pacifiche, centinaia di dimostranti hanno lanciato pietre e bombe carta contro le
forze dell'ordine che presidiano il sito. Feriti 5 carabinieri. Intorno alla mezzanotte,
è stata anche riaperta la statale 24, precedentemente bloccata da manifestanti No
Tav. Al microfono di Massimiliano Menichetti il direttore del settimanale cattolico
La Valsusa, don Ettore De Faveri:
R. - Dalla
giornata di ieri la situazione è tornata di nuovo molto tesa. Certamente questo rende
la cosa molto complessa e difficile.
D. - Da una parte si va avanti
con il progetto della tratta Torino-Lione, dall’altra c’è chi continua a dire che
non si deve fare. Come se ne uscirà?
R. - Ci vuole un vero e proprio
atto di coraggio da parte delle istituzioni, dello Stato: approntare una riflessione
- oserei dire anche una trattativa - per metterli di fronte alle loro responsabilità.
Si deve capire, una volta per tutte, se c’è uno spazio di manovra nella discussione,
nella verifica delle cose o se queste persone altro non hanno in mente che la riconquista
della Maddalena per fare di essa, come dicono loro, “la libera Repubblica”.
D.
- Accanto a chi manifesta pacificamente contro la Tav c’è anche chi ha lanciato bombe-carta.
Questo gesto va comunque condannato…
R. - Certamente. Anche da parte
nostra, da parte del giornale diocesano e di tutto il mondo che riflette, l’invito
è quello di non cedere, da questo punto di vista, alla tentazione di creare violenza
per conquistare quello che molti di loro ritengono un valore. Però non va conquistato
con la violenza. Mettiamola da parte, questa violenza.
D. - Gruppi pacifisti,
gruppi anarchici e adesso anche gli alpini si sono spaccati. Alcuni di loro sono contro
la Tav…
R. - Sì. Siamo arrivati addirittura a mettere in crisi un’esperienza
storica come quella degli alpini. Pro o contro la Tav vuol dire che c’è un bisogno
urgente di avviare una riflessione, una trattativa seria e profonda, altrimenti non
se ne esce. (vv)