2011-07-24 14:49:29

A Torino conferenze dedicate a San Giuseppe Cafasso e al Beato Luigi Boccardo


Sono iniziate domenica scorsa a Torino, più precisamente nell’Abbazia benedettina di Novalesa, in Val di Susa, cinque conferenze domenicali per riscoprire l’impegno di due Santi piemontesi dell’ottocento: San Giuseppe Cafasso e il Beato Luigi Boccardo. Un’occasione per riscoprire due figure che si sono particolarmente distinte per l’aiuto verso i più bisognosi e per il contributo nella formazione dei giovani sacerdoti. Giorgia Innocenti ne ha parlato con padre Paolo Maria Gionta, rettore dell’Abbazia:RealAudioMP3

R. - San Giuseppe Cafasso è una personalità molto nota nel mondo cattolico. E’ un Santo di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita. Nacque infatti nel 1811. E’ stato definito la perla del clero italiano e la sua spiritualità, il suo insegnamento è valido tanto per i sacerdoti, forse soprattutto, ma anche per i laici, per tutta la Chiesa. L’altra figura invece è molto meno nota: il Beato Luigi Boccardo, elevato agli onori degli altari due anni fa. Lui è fondatore di un istituto di vita religiosa per cieche, di lui ricorre 150.mo anniversario della nascita.

D. - Don Luigi Boccardo è ricordato per la sua attività con i cechi, vuole ricordare questi Santi sociali, anche alla luce del 150,mo dell’Unità d’Italia?

R. - I 150 anni dell’Unità d’Italia, Italia che è nata attorno a Torino… La provvidenza ha suscitato questi grandi Santi che hanno unito in maniera profonda e feconda una intensissima spiritualità, una dedizione a Dio incondizionata, con il servizio al prossimo, al più umile. Qui l’incipiente urbanizzazione portava a riversare folle. Sono venute incontro ad alcune esigenze di assistenza sociale, alle quali nessuno neanche lo Stato allora pensava, allora don Bosco con i giovani che al fatto stesso ha dato tanta assistenza alla popolazione disagiata di Torino di quell’epoca. Ricordo, poi che il Beato Luigi Boccardo non è noto solo per questa istituzione religiosa, ma forse soprattutto, sulla linea San Giuseppe Cafasso, per la formazione dei preti, ha lavorato molto al Convitto: due Santi quindi, impegnati per il clero, ma attraverso il clero volevano raggiungere tutta la società di Torino e del Piemonte di allora.







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