Senegal: ad un mese dalle manifestazioni di piazza, l’arcidiocesi di Dakar invita
al dialogo
Oppositori e sostenitori del presidente senegalese Abdoulaye Wade sono scesi in piazza
stamani a Dakar, per ricordare i violenti disordini scoppiati il 23 giugno: un mese
fa, la folla protestò contro un progetto di riforma costituzionale mirante per abbassare
al 25% la soglia minima di voti per l’elezione presidenziale ed a creare un vicepresidente
nel febbraio 2012. Centinaia furono i feriti di quella manifestazione. E in vista
di quella odierna, l’arcidiocesi di Dakar ha diffuso un comunicato in cui invita al
dialogo e al rispetto delle “libertà individuali e collettive”. “I senegalesi e tutto
il Paese – si legge nel testo – sono invitati al dialogo civico, politico, sociale
e religioso, affinché la vera fraternità, la verità, la pace sociale e l’unità nazionale
prevalgano sull’egoismo e la menzogna”. In particolare, la Chiesa di Dakar chiede
alle autorità di “porsi in ascolto della popolazione in tutte le sue componenti, le
sue diversità sociali e religiose, facendo attenzione soprattutto ai bisogni vitali,
così da prevenire i sentimenti di frustrazione e di ingiustizia, causa ricorrente
di conflitti e disordini sociali”. Un ulteriore invito, poi, viene rivolto a tutte
le confessioni religiose perché operino “nel dialogo e nel rispetto reciproco, in
vista di una conoscenza e riconoscimento autentici, fattore di intesa cordiale e di
pace”. Centrale, quindi, l’appello a tutta la popolazione “a premunirsi contro ogni
forma di discriminazione e di violenza, in particolare commessa sui gruppi religiosi,
di qualunque appartenenza siano”. In questo contesto, continua l’arcidiocesi senegalese,
è essenziale “il rispetto della libertà di culto”, così come “la tutela delle minoranze
e la salvaguardia dei beni pubblici e privati”. Per questo, la Chiesa di Dakar deplora
tutti “gli attacchi e le distruzioni dei luoghi di culto”, esprimendo rammarico perché
“ciò avviene in un Paese come il Senegal, terra dell’ospitalità e del dialogo, riconosciuto
come tale a livello internazionale e panafricano”. Infine, l’arcidiocesi auspica che
le manifestazioni odierne possano aiutare “a costruire il Paese”. (I.P.)