2011-07-23 14:54:28

Libia. Nuove bombe su Tripoli, colpita l’area bunker di Gheddafi


Notte di bombardamenti Nato su Tripoli, in Libia. Ad essere attaccata è stata l’area in cui sorge il palazzo bunker del colonnello Gheddafi. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Sette esplosioni, in rapida successione e concentrate intorno a un unico obiettivo: il palazzo-bunker del colonnello Gheddafi. Tripoli, insomma, è tornata sotto attacco delle forze Nato: erano settimane che non accadeva. Di Gheddafi, per il momento, nessuna traccia, nessuna reazione. L’unico commento è giunto dalla tv pubblica, che ha annunciato i bombardamenti, dicendo che sono stati colpiti obiettivi civili. Gli attacchi giungono in un momento particolarmente delicato per il rais e per i suoi sostenitori, attorno ai quali sembra stringersi il cerchio dei ribelli. Postazione su postazione, stanno conquistando terreno, avvicinandosi sempre più alla capitale. E mentre il regime smentisce l’annunciato attacco di ieri alle porte di Tripoli, dalle file degli insorti giunge l’ammissione di perdite umane importanti. Dall’entourage di Gheddafi, invece, si sottolinea la disponibilità ad aprire un canale di dialogo con gli Stati Uniti. Ipotesi, questa, scartata a più riprese da Washington.

Siria. Ancora violenze, esplosioni nella notte e un treno fatto deragliare a Homs
Continuano a essere represse nel sangue le rivolte antigovernative in Siria, dove il bilancio dell’ennesimo venerdì di protesta, ieri, è di almeno otto vittime in tutto il Paese. L’epicentro delle violenze, intanto, si sposta nella città di Homs. Roberta Barbi:RealAudioMP3

Due esplosioni molto forti, sono state avvertite questa notte a Homs, città nel cuore della Siria: provenivano dall’interno della scuola militare siriana, nel distretto di al-Waer. Molti i feriti, portati via dalle ambulanze dalla città vecchia verso l’ospedale militare. Poi, i colpi di arma da fuoco sono continuati fino all’alba. Oggi, invece, un gruppo di sabotatori ha causato il deragliamento di un treno che stava viaggiando da Aleppo a Damasco. A bordo, 480 persone, per lo più donne e bambini: c’è un numero imprecisato di feriti tra i passeggeri e un morto, il macchinista, che è rimasto gravemente ustionato. Il governatore di Homs, Hassan Abdelal, ha spiegato la dinamica della vicenda: gli attentatori hanno smantellato un tratto di binari nella zona di al-Suday, provocando il deragliamento. La prima carrozza del convoglio è stata distrutta dalle fiamme.

Iraq
Ben cinque poliziotti sono morti, mentre i feriti sarebbero complessivamente 17, ieri, in due attentati verificatisi rispettivamente a Baghdad e Baquba. Nella capitale, una bomba è esplosa davanti a un negozio che vende alcolici. A Baquba, invece, le vittime sono state colpite da uomini armati mentre montavano la guardia davanti alla sede di una compagnia turca che si occupa di raccolta dei rifiuti.

Pakistan
Proseguono gli scontri nel distretto tribale di Kurram, nel nordovest del Paese, al confine con l’Afghanistan, dove da settimane è in corso un’offensiva dell’esercito contro i talebani. Le vittime accertate sarebbero una ventina. Intanto, sale a 19 il bilancio dei morti ne disordini riesplosi ieri a Karachi, la città portuale del sud che si stava riprendendo dall’escalation di violenza del mese scorso.

Sri Lanka-elezioni
Non sono mancati i disordini, nonostante le ingenti forze di polizia schierate, fuori dai seggi elettorali in Sri Lanka, dove oggi sono chiamati a votare per il rinnovo degli organi amministrativi locali molti territori Tamil del nord e nordest dell'isola. Si tratta di elezioni storiche: a causa della guerra civile, infatti, non si votava da 29 anni.

Giappone
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5 sulla scala Richter è stata avvertita oggi in Giappone, nella stessa zona colpita dal devastante sisma dell’11 marzo. L’epicentro è stato individuato in mare, al largo della Prefettura di Miyagi. Non c’è stato allarme tsunami e non sarebbero stati segnalati danni a persone o cose. Nessuna anomalia neppure nella centrale di Fukushima.

Maghreb-al Qaeda
Quindici persone, sospettate di far parte di al Qaeda nel Maghreb, sono state arrestate oggi dalle forze armate del Mali in una zona al confine con la Mauritania, area in cui al Qaeda nel Maghreb è particolarmente attiva. Sarebbero stati trovati anche diversi ordigni posizionati lungo il ciglio di alcune strade, stando a quanto riferito dai media algerini.

Tunisia
Saranno processati martedì prossimo, per la ''fuga in massa'' dal Paese tentata il 14 gennaio scorso, mentre il regime stava crollando, una quarantina di appartenenti al clan familiare dell'ex presidente Ben Ali, tra cui lo stesso dittatore e la moglie Leila. Si tratta del quarto processo al quale Ben Ali viene sottoposto nell'arco di poche settimane: nei due andati a sentenza, è stato condannato complessivamente a 50 anni di reclusione.

Somalia
Gli estremisti islamici Shabaab che controllano parte del territorio del Paese negano l’ingresso in Somalia alle organizzazioni umanitarie che vorrebbero portare aiuto a milioni di somali piegati dalla siccità. Intanto, i fondamentalisti hanno rilasciato il ministro della Famiglia del governo di transizione, Asha Osman Aqiil, rapita ieri, imponendole però di restare nella sua casa di Balad e di non recarsi a Mogadiscio, dove dovrebbe rilevare ufficialmente l’incarico. Nella capitale somala, poi, un ordigno è esploso al passaggio di un convoglio che trasportava il vicecommissario del governo di transizione per il distretto di Dherkenley. L'uomo è rimasto illeso, mentre tre persone risultano ferite nell’agguato.

Sudan
Una settimana dopo aver accettato un accordo per il cessate-il-fuoco, è stato ucciso oggi il capo dei ribelli del Sud Sudan, Gatluak Gai, mentre si trovava nello Stato di Unity. Secondo l'esercito, il capo della milizia ribelle sarebbe stato ucciso da suoi stressi uomini, mentre secondo le fonti dei rivoltosi sarebbe stato assassinato dalle truppe regolari del Sud Sudan.

Usa. Rotta l’intesa sul debito, Obama convoca Congresso per il week-end
Rischiano di naufragare i negoziati sul piano di riduzione del deficit e del debito degli Stati Uniti, dopo il ritiro di Boehner dalla trattativa. Il presidente americano, Barack Obama, si dice però fiducioso che lo strappo potrà essere ricucito e ha convocato per il week-end alla Casa Bianca i leader del Congresso. Una soluzione dovrà essere trovata entro il 3 agosto, in cui si raggiungerà il limite del debito di 14,3 trilioni di dollari. Da New York, Elena Molinari:RealAudioMP3

Il tentato accordo raggiunto da Barack Obama e dallo speaker alla Camera, Boehner, si è frantumato. Lo speaker repubblicano ha abbandonato, infatti, il tavolo delle trattative e il presidente ha avviato contatti con il segretario al Tesoro, per escludere la crisi innescata da un possibile default sull’economia e varare piani d’emergenza. “Il presidente non vuole fare quello che è necessario per i nostri problemi - attacca Boehner - ho offerto un piano con mille miliardi di dollari di tagli”. “È difficile capire il ritiro di Boehner - replica Obama - gli americani sono esasperati”. Il presidente ha convocato alla Casa Bianca i leader del Congresso per il fine-settimana: “Dobbiamo avere delle risposte prima dell’apertura di Wall Street lunedì - ha aggiunto Obama - i repubblicani devono assumersi le loro responsabilità”. Obama resta, però, fermo su un punto: non si può a suo parere sanare il deficit solo con tagli ai servizi, occorrono anche maggiori tasse soprattutto sui più ricchi e sulle aziende, ma la destra dice “no”.

Usa-pena di morte
A causa della difficoltà di reperimento del Pentotal, da qualche tempo in Georgia, dove è in vigore la pena di morte per iniezione letale, si utilizza il Pentobarbital: un anestetico solitamente adoperato per l’abbattimento del bestiame. È stato usato anche qualche giorno fa per l’esecuzione di Andrew Grant Deyoung, un giovane condannato per aver ucciso i genitori e la sorella, ma nel suo caso, dopo 19 anni e nonostante le reticenze delle autorità locali, le associazioni che si battono contro la pena capitale hanno ottenuto che l’esecuzione fosse ripresa.

Lettonia al voto: consultazione referendaria per lo scioglimento del parlamento
I sondaggi della vigilia danno al “sì” una vittoria schiacciante, per il referendum di oggi in Lettonia. Gli elettori del Paese baltico, reduce da una fortissima recessione, sono chiamati a confermare o meno la decisione di sciogliere il parlamento presa nel maggio scorso dal presidente, preoccupato dagli stretti rapporti tra legislatori e oligarchi. Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

La clamorosa iniziativa referendaria è stata voluta dall’ex presidente, Valdis Zatlers. “Uso il linguaggio del popolo - ha detto il già capo di Stato, il cui mandato è scaduto all’inizio di luglio - la politica nazionale sarebbe finita nelle mani di tre oligarchi che la controllano”. Commenti altrettanto duri nella sostanza, ma più formali, sono stati espressi anche da Vaira Vīķe-Freiberga, altro ex presidente: “Se i lettoni approveranno il quesito, il parlamento verrà sciolto ed entro tre mesi si terranno nuove elezioni”. Le ultime legislative si sono tenute nell’ottobre scorso. “Non cambierebbe nulla - ha affermato l’ex premier, Aigar Kalvitis, contrario al referendum - il 90 per cento degli attuali deputati verrebbe rieletto”. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 204







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