Incontro a Roma sulla "primavera araba": l'intervento di mons. Paglia
La rivoluzione araba, che ha sconvolto in questi mesi alcuni dei principali Paesi
del Nord Africa, rischia di lasciare il posto alla depressione economica, all’emergenza
sociale e all’instabilità geopolitica. E’ stato questo il tema dell’incontro “Rivoluzioni
in corso: primavera araba o inverno meditarreneo?” che si è svolto giovedì scorso
a Roma. Tra i relatori, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia
che, al microfono di Irene Pugliese, spiega quanto sia importante mantenere
alta l’attenzione su quanto sta avvenendo nel Mediterraneo.
R. - Nel
Mediterraneo si sta giocando una grande partita, non solo europea, africana e anche
asiatica, ma - direi - planetaria, compresa una nuova strategia che gli Stati Uniti
devono prendere in considerazione. Quello che a me pare importante è che improvvisamente,
senza che nessuno se ne sia accorto, da quelle piazze, senza più paura, senza più
violenza è nata una grande domanda: certo, la primavera è sembrata spontanea, ci chiediamo
come continuerà e non c’è dubbio che qualora l’Occidente, l’Europa, gli Stati Uniti
e altri, alleggerissero o fossero distanti da quanto sta accadendo, l’inverno è assicurato.
D.
- Quale deve essere quindi il giusto atteggiamento dell’Occidente verso la situazione
Nordafricana?
R. - C’è bisogno di un rinnovamento anche spirituale.
Io credo che cogliere quello che è accaduto chiede non solo un’analisi politica, economica,
ma c’è bisogno anche di un’analisi che colga le profondità di quello che sta accadendo:
l’anelito religioso, l’anelito umanistico, l’anelito alla libertà… Da cristiano devo
dire che queste domande sono profondamente umane, sono quella scintilla che Dio ha
posto in tutte le culture, in tutti i Paesi ovunque l’uomo voglia vivere davvero come
figlio di Dio e pienamente degno di questa realtà.
D. - Quanto può servire
agli altri popoli capire fino in fondo quello che è successo e che ancora sta succedendo
nel Mediterraneo?
R. - Credo che capire quanto sta accadendo porti un
frutto nuovo, prezioso per l’intera umanità. Non è un caso che le tre grandi religioni
universalistiche siano nate tutte nel Mediterraneo: non è forse una grande responsabilità
da cogliere e da capire per il nuovo millennio? (ma)