Perù: il cardinale Cipriani esorta a rispettare l'ordine naturale della società
“Occorre pregare per le autorità, per coloro ai quali sono affidate le sorti della
Nazione e dei cittadini. Alcuni di loro, purtroppo intendono modificare, sovvertire
l’ordine naturale delle società peruviana”. Lo ha sottolineato il cardinale Juan Luis
Cipriani, arcivescovo di Lima e presidente della Conferenza episcopale peruviana,
durante l’omelia per la festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (Nuestra
Señora del Carmen). Il porporato - riferisce l’Osservatore Romano - ha rivolto espressioni
accorate in particolare ai genitori, invitati a “educare correttamente i propri figli»
proteggendoli dalle molte spinte disgregatrici della persona umana e della società.
La stampa locale ha interpretato le dichiarazioni del cardinale come un’allusione
a chi, nelle ultime settimane, ha cercato di portare avanti un’ordinanza comunale
che consente nei centri pubblici e commerciali qualsiasi «visualizzazione fisica di
affetto omosessuale». Oltre a ciò, in precedenza, era stata ritagliata una “zona rosa”
per regolamentare la prostituzione. Secondo il cardinale Cipriani, alcune proposte
culturali e comportamentali attengono ad una visione del mondo che sembra aver smarrito
la dimensione di Dio. E un mondo senza Dio è senza speranza, e una cultura senza Dio
porta nel suo nucleo la disperazione, la negazione della dignità della persona umana.
“Vale la pena vivere. La vita — ha evidenziato il porporato — è bella. Se metti gli
occhiali della fede, con un po’ di umiltà, di coerenza, riesci a intuirne tutta la
profondità verso i destini eterni. Certo il cammino è difficile, irto di insidie,
ma chi si sforza di vivere in Dio non sarà abbandonato e potrà tagliare il traguardo
della vittoria della vita sulla morte, potrà avere il dono della vera felicità, della
vita eterna». Il cardinale ha anche invitato i cristiani ad essere “testimoni coerenti
e gioiosi della fede” e in particolare i genitori a «essere buoni e gioiosi maestri
dei loro bambini» perché la vita, pur nella sua fugacità, “vale la pena viverla nell’attesa
gioiosa della speranza cristiana”. (L.Z.)