India: nel Karnataka il Bjp minaccia chi ostacola l'insegnamento dei testi indù nelle
scuole
In India si infiamma il dibattito sull’insegnamento del Bhagvad Gita, testo sacro
indù, nelle scuole pubbliche del Karnataka, come proposto dal governo locale guidato
dai nazionalisti indù del Bharathya Janatha Party (Bjp) e contestato dalle minoranze
cristiane e musulmane. Nei giorni scorsi Dhananjay Kumar, leader locale del partito
estremista, ha affermato che tutte le fedi nate al di fuori dell’India sono occidentali
e i loro seguaci non possono imporre il loro volere negli istituti pubblici. Anche
il ministro dell’educazione Vishveshwar Kaggeri ha lanciato minacce contro le minoranze.
“Chi si oppone all’insegnamento del Bhaqvad Gita – ha detto– deve andare via dal nostro
Paese”. Le dichiarazioni hanno scatenato numerose polemiche fra i partiti di opposizione
e leader religiosi che si dicono preoccupati per la politica estremista portata avanti
dalle autorità statali. Dal canto suo mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore,
sottolinea all'agenzia AsiaNewsche tali affermazioni sono un atto irresponsabile
contro i valori laici su cui si fonda il Paese poiché rappresentano una minaccia alla
vita e alle tradizioni dei cittadini indiani e rischiano – afferma il prelato – di
creare divisioni fra la popolazione. Mons. Moras, spiega che tutti i cattolici rispettano
la religione indù e i suoi testi sacri, ma non è giusto – ribadisce - utilizzare la
scuola pubblica per diffondere un messaggio religioso parziale, che va contro le stesse
norme presenti nella Costituzione. “Perché solo il Bhagvat Gita – sottolinea l’arcivescovo
– deve essere insegnato nelle scuole e non la Bibbia e il Corano?”. Il presule ha
riferito di aver già contattato il primo ministro del Karnataka e le autorità federali
per presentare il caso all’Alta corte dell’India. In Karnataka, circa l’83% della
popolazione è di religione indù. I musulmani sono l’11% e i cristiani il 4%. Le minoranze
sono spesso vittime di violenza da parte degli estremisti indù che accusano cristiani
e musulmani di compiere conversioni forzate. Solo il 6 luglio scorso un gruppo di
20 estremisti indù ha aggredito un pastore protestante accusandolo di proselitismo,
mentre due giorni prima oltre 50 estremisti hanno assaltato le suore di una scuola
cattolica del distretto di Bangalore. I radicali volevano obbligare le religiose ad
ammettere nel loro istituto il figlio di un leader religioso indù, nonostante la chiusura
delle iscrizioni. (C.S.)